La carta Draghi che tiene buoni i mercati
- Roberto Sommella Director of External Relations for the Antitrust Authority, Founder of La Nuova Europa
C’è da chiedersi chi governa davvero l’Italia. L’esecutivo in carica, che prova, con alterne vicende, spesso piuttosto fallimentari, a fare il possibile per redistribuire un po’ il reddito, o chi le presta ogni dodici mesi 400 miliardi di euro? La domanda torna prepotentemente in auge a conclusione di una seduta di borsa decisamente spumeggiante, con tutti i titoli sugli scudi e lo spread in calo anche sotto i 200 punti, nonostante le dimissioni del Governo Conte e nonostante l’avvio di un periodo di forte incertezza per ammissione degli stessi protagonisti.
Molti analisti in queste ore hanno messo in luce come la situazione fosse troppo pregiudicata – troppe incongruenze, troppi stop, troppa improvvisazione – per poter puntare ancora sull’Italia e dunque la caduta del gabinetto gialloverde ha liberato il campo dall’ipotesi che questo esecutivo potesse restare ancora in sella con il suo carico di contraddizioni, per giunta piuttosto isolato in Europa, a causa della forte sterzata leghista impressa dopo le elezioni comunitarie. Ma questa lettura rischia di essere un po’ troppo superficiale per essere vera, considerato che ad agosto gli scambi sono piuttosto asfittici e i veri giochi si faranno in autunno con la legge di bilancio. Non basta la fine di un Governo mal visto dai mercati per giustificare i rialzi di queste ore. Quello che gli operatori credono, o meglio, auspicano, è la nascita di un esecutivo a trazione Pd-M5S, magari che abbia come programma i cinque punti indicati dalla direzione del Nazareno, ma che sia soprattutto guidato dall’uomo di Francoforte.
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