Carlo Delle Piane è morto a 83 anni, lavorò con Sordi, Totò, De Sica e Avati
L’esordio
Ma fui scelto, anche se allora sembravo un extraterrestre piccolo e con le gambe sottili sottili. Da allora mi ritrovai a lavorare con grandi artisti, ma non davo loro importanza, per me il cinema era un modo per non andare a scuola e mettermi qualche soldo in tasca» raccontò anni dopo. Nel 1950 venne chiamato per il suo secondo film: “Domani è troppo tardi” diretto dal regista francese Léonide Moguy. A quel punto era diventato un volto noto del nuovo cinema e nel 1951 Steno e Mario Monicelli gli affidarono una parte al fianco di Aldo Fabrizi e Totò in “Guardie e ladri”.
L’incontro con Sordi
Nel 1954 nel film “Un americano a Roma” veste i panni di Romolo Pellacchioni detto “Cicalone”, l’amico di Nando Mericoni, interpretato da Alberto Sordi. Dopo un brutto incidente automobilistico nel 1973 che lo tenne in coma per più di un mese, riprese a lavorare anche grazie all’intuizione di Pupi Avati, che riuscì a esaltarne le doti drammatiche nel film “Tutti defunti… tranne i morti”. Con lo stesso regista ottenne grande successo in “Regalo di Natale” e “La rivincita di Natale”. Fra i numerosi riconoscimenti, la Coppa Volpi (1986) , il Nastro d’argento, il Globo d’oro e il Premio Pasinetti (nel 1986). Nel 1997 diresse il suo unico film da regista, “Ti amo Maria”, nel quale recitò anche come attore, mentre nel 2006 incise il disco “Bambini”, scritto da Massimo Bizzarri e Giuseppe Marcucci. Ha lavorato, come autore e attore, anche in teatro. Ancora provato dall’emorragia cerebrale che lo ha colpito nel gennaio 2015 e che lo aveva portato fino al coma, aveva festeggiato con l’amorevole moglie, la cantante Anna Crispino, i 70 anni di carriera lo scorso anno alla mostra del cinema di Pesaro. 110 film all’attivo, di cui una quindicina sotto la direzione del suo grande amico Pupi Avati.
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