No a Di Maio premier, il Pd apre a Fico

ROMA. «Se non ci date un premier terzo, scelto insieme a un tavolo, allora noi alle consultazioni da Mattarella faremo il nome di Fico, vogliamo vedere come fate a dire di no». Questa la minaccia che il Pd butta nel campo minato dei Cinque stelle: dove solo a sentir nominare il proprio rivale interno, Luigi Di Maio potrebbe avere uno sbocco di bile. Ma magari sarebbe costretto a capitolare.

Non è dato sapere se nei ripetuti contatti telefonici che hanno avuto anche ieri Zingaretti e il suo omologo grillino, il nodo sia stato affrontato: tenere coperte le carte è un imperativo in queste fasi, ma il rilancio è arrivato lo stesso alle orecchie pentastellate. Nei colloqui tra generali dei due schieramenti, continua infatti ad andare in scena un ping pong: «Conte o Di Maio», dicono i grillini; «sapete che non si può fare», replicano i Dem. L’argomento dei 5 stelle a favore del premier uscente (ormai icona del Movimento) e di Di Maio premier (come unica alternativa), è che andrà messo sulla piattaforma Rousseau un nome che non possa essere bocciato. E a quel punto, «come farebbero a dire di no a Fico?», chiede un renziano doc. «È anche presidente della Camera e ha sulla carta lo standing istituzionale…». Ecco, l’altra notizia è che in questa fase tattica sia Zingaretti che Renzi sono d’accordo: lo schema principale è dire ai grillini «troviamo un’intesa su un nome terzo».

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