No a Di Maio premier, il Pd apre a Fico
I primi contatti
Se dicono «no, il premier tocca a noi che abbiamo il 33% dei parlamentari», allora il Pd lancerà tra le gambe di Casaleggio e Di Maio il nome di Fico, depositandolo nei taccuini del Quirinale alle consultazioni. Il ragionamento di chi conduce la partita sul campo è che i grillini non hanno più il secondo forno con la Lega perché un governo gialloverde ora non avrebbe più i numeri al Senato, in quanto sette o otto senatori M5S non voterebbero più un esecutivo con Salvini.
Schema in tre mosse
C’è infatti una convinzione che in queste ore accomuna i personaggi più importanti dello stato maggiore Pd, Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni, considerati nel partito i meno entusiasti di bypassare il passaggio elettorale formando un esecutivo con i Cinque stelle: quella che questo faticoso accordo possa sbloccarsi al terzo tentativo. Dopo il no al rilancio su Conte (mossa che il vertice del partito considera definitiva malgrado il pressing interno ad abbassare la diga), segue il secondo step, ovvero il no a Di Maio premier, già fatto pervenire per canali riservati. Un no per varie ragioni, non ultima quella politica, secondo cui questa soluzione sarebbe ancor peggio di quella di Conte. Su Di Maio premier non c’è speranza di un sì, perché «abbiamo combattuto questo governo che ha portato al Paese 14 mesi pessimi, non si può pensare che il vicepremier venga promosso e diventi addirittura premier», dicono al Nazareno. Chiarendo che se volesse stare nel governo come ministro, bene. Ma oltre no. E solo dopo questi due no, al terzo giro, atteso tra domenica e lunedì, finalmente i 5 Stelle accetteranno di sceglierlo insieme o caleranno sul tavolo un altro nome, che potrà essere preso come punto di mediazione e magari accettato dai Dem. Fico (che fa trapelare una smentita di rito: «Amo il mio ruolo, mi piacerebbe mantenerlo») consentirebbe al Pd di entrare in un esecutivo guidato da un nome di discontinuità.
Il coniglio dal cilindro
Ma se non fosse lui, quale nome potrebbero proporre i grillini? Qui le ipotesi si sprecano ma qualcuno dal mondo Cinque stelle ha fatto notare ai suoi interlocutori piddini (i contatti si accavallano) che Giuseppe Conte fu pescato dal mazzo di quella lista di ministri presentata da Di Maio in pompa magna il primo marzo 2018, lista che conteneva anche i nomi di quattro donne e che fu inviata con una inedita procedura via mail al Quirinale alla vigilia delle elezioni. Magari una falsa pista, ma interessante da segnalare. Ma la porta che alcuni nel Pd vogliono tenere aperta, se pur con uno spiraglio, è quella di una riedizione di Conte.
LA STAMPA
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