L’asse Pd-M5s prende forma: per la Commissione solo esponenti dem
Il problema è che questi interessi italiani dipendono da chi è al governo. E la scelta tra un governo gialloverde o un governo rosso-giallo cambierebbe di gran lunga i nostri obiettivi all’interno della prossima Commissione europea. Anzi, proprio per questo motivo, non va sottovalutato che proprio mentre Pd e Cinque Stelle trattano per formare un potenziale nuovo governo “dell’inciucio” inizino a circolare i primi nomi per la futura Commissione von der Leyen. Commissione che, a quanto filtra dalle prime indiscrezioni, potrebbe avere un membro del Partito democratico.
Il toto-nomi impazza ma già si può vedere quell’asse tra il partito di Nicola Zingaretti e quello di Luigi Di Maio che già era manifestato durante l’elezione di Ursula. Come riporta l’Huffington Post, per il posto di commissario europeo si parla di Roberto Gualteri, deputato al Parlamento europeo proprio per il Partito democratico e attuale presidente della Commissione affari economici dell’Eurocamera. Altri nomi che circolano nelle stanze di Palazzo Chigi e del Nazareno sono quelle di Paolo Gentiloni, ex presidente del Consiglio e persona fortemente apprezzata in sede europea e diplomatica. Si parla anche di Enrico Letta, un uomo fedelissimo alla linea di Bruxelles e che da tempo si è trasferito in Francia, a pochi passa dall’Eliseo.
Tutti nomi Pd. Un’eventualità che certificherebbe due cose. Da un lato l’alleanza Ursula in Italia, ovvero la stessa che ha portato la von der Leyen a Bruxelles a benedetta sia da Romano Prodi che dalle legioni europeisti del centrosinistra europeo. Dall’altro lato, la sconfitta del Movimento Cinque Stelle, che di colpo sarebbe anche privato del posto di Commissario nonostante abbia votato a favore della stessa von der Leyen. Ma dopo la presa di possesso del Parlamento europeo con David Sassoli, adesso il Pd sembra volere anche un altro ruolo in seno all’Unione europea, per fare da ponte, se non da collante, tra Roma e i palazzi dell’establishment europeo.
Tutto questo, ovviamente, se all’ultima ora la Lega e i Cinque Stelle non dovessero fare una retromarcia che avrebbe dell’incredibile. Ma che potrebbe essere fatta proprio contro questa possibilità di un Pd che avanza verso l’Europa.
IL GIORNALE
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