Mattarella raddrizza Conte: prenditi le tue responsabilità
E lui ci ha pensato. Però lo ha fatto nell’unico modo che gli consentisse di mantenere la sua neutralità. Escluso un richiamo diretto ai grillini, scartata anche l’ipotesi di una mediazione attiva che avrebbe esposto il Quirinale, la sola strada possibile passava per il coinvolgimento del probabile candidato, cioè di Giuseppe Conte. Siccome è attorno al premier uscente, una volta caduto a fatica il veto dem, che si può aggregare una nuova maggioranza, tocca a lui battere un colpo e riconquistare una posizione centrale. Da qui l’invito pressante di Mattarella a darsi da fare. In fretta.
Stasera si vedrà se la ricucitura reggerà o se ci sarà un altro strappo. Ieri nello studio del capo dello Stato sono sfilati per la seconda volta in una settimana i presidenti delle Camere Elisabetta Casellati e Roberto Fico e i rappresentanti dei partiti minori. Oggi sarà la volta dei big e si entrerà nel vivo. A Pd e 5s Mattarella chiederà informazioni sul programma, sulla squadra, sul progetto di Italia che hanno in mente, su cosa intendono fare in campo economico e nei rapporti internazionali. Se avrà risposte sufficientemente rassicuranti, se non ci sarà un’altra notte dei lunghi coltelli, se si renderà conto che almeno la cornice dell’accordo è pronta, tra domani e giovedì darà l’incarico, presumibilmente a Conte, di formare il governo.
E non sarà un mandato esplorativo. Conte infatti dovrà «crescere», prendere peso, assumere «responsabilità». Una volta incaricato avrà qualche giorno, forse una settimana, per definire il programma e la compagine. Però poi, secondo il Colle, dovrà smetterla di fare il passacarte, non potrà più pensare di presentarsi al Quirinale per illustrare decisioni prese da altri. Mediare tra i partiti della coalizione, scegliere i ministri, preparare le liste e, un domani, addirittura governare. Sembra quasi una barzelletta, eppure sono proprio queste le cose che il presidente pretende da lui.
Intanto Mattarella, che ancora non si fida e vuole vedere le carte, proseguirà la sua azione di vigilanza. Il programma, ad esempio: non dev’essere un compitino, un elenco fumoso di punti, ma un vero progetto. E i ministri: ne ha già bocciati diversi in passato, ultimo Paolo Savona, e se serve lo rifarà.
IL GIORNALE
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