Una fase politica dai territori sconosciuti
di Massimo Franco
La parola d’ordine che si sta faticosamente abbozzando è quella di un governo inclusivo e duraturo, guidato di nuovo da Giuseppe Conte che oggi riceverà l’incarico. Operazione non scontata fino all’ultimo, e che avrà bisogno di altri giorni per perfezionarsi. E non solo perché Movimento Cinque Stelle e Pd siedono su un deposito di barili tossici accumulati nel passato e ancora da smaltire: un retaggio di polemiche e odi che possono avvelenare i loro rapporti qualora le cose andassero male. Anche il modo in cui la destra reagisce all’autogoal governativo di Matteo Salvini è fatto per estremizzare le tensioni, e non per risolverle; e per nascondere i propri errori invece di analizzarli.
Eppure, dividere la società italiana invece di tentare di ricomporla è un gioco pericoloso. Nutre la radicalizzazione e riduce la strategia a propaganda elettorale. E certi accenni polemici verso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, indicano l’eterna tentazione di scaricare i propri errori su istituzioni rivelatesi di ineccepibile garanzia. Ma un’impostazione così autoassolutoria può bastare in un orizzonte che non vada troppo oltre i sei mesi. Poi ci sarà bisogno di altro.
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