Da dove ripartire
Queste sono ore complicate, per cui è presto per tirare conclusioni affrettate basandosi sui detti e non detti.
Diamo per scontato che il governo Conte bis parta, con o senza Di Maio chi se ne importa. E diamo per certo che, per come è nato e per come è composto, sarà un disastro peggio di quello che l’ha preceduto. Ma se non oggi, da domani, oltre che protestare per questo insulto alla democrazia sostanziale (quella formale è salva), bisognerà cominciare a pensare a costruire un’alternativa. Che, a occhio, non potrà che essere la riorganizzazione di quel centrodestra che presto si ritroverà riunito, anche se, purtroppo, all’opposizione (pur essendo la forza politica più votata).
Ieri Silvio Berlusconi, uscendo dal colloquio con il presidente Mattarella, ha detto parole chiare come non mai: Forza Italia non è disponibile a costruire per sé e per il Paese un futuro sovranista o populista e che un raggruppamento di destra, ammesso che sia vincente, senza il centro liberale, europeista e solidale non potrà mai fare il bene del Paese.
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