Da dove ripartire
Un segnale chiaro, direi definitivo, ai vecchi alleati Lega e Fratelli d’Italia: basta fare i matti, la sinistra e i grillini potranno essere disarcionati usando testa e buon senso, non la pancia, le piazze e i proclami contro il mondo intero.
Il problema è che Matteo Salvini, uscendo anche lui dall’incontro al Quirinale, pare ancora sintonizzato su quella frequenza che l’ha portato a schiantarsi: le solite parole d’ordine contro l’Europa, una malcelata nostalgia dei grillini (Di Maio ha confermato che il leader della Lega gli ha proposto in queste ore di fare il premier in un governo gialloverde bis), nessun accenno alla possibilità di mettersi da subito alla testa di un nuovo, grande centrodestra riformato.
Si può obiettare: non era il Quirinale la sede per annunciare svolte, e poi la ferita sanguina ancora. D’accordo, ma il tempo stringe, sia nei fatti che nel percepito dell’opinione pubblica. Sarebbe meglio passare i prossimi mesi non soltanto a dire quanto schifo ci fa e quanto pericoloso sia il governo sinistra-sinistra, ma a fare capire che per i liberali e i moderati l’alternativa c’è e non può essere quella di diventare tutti improvvisati sovranisti, a maggior ragione se in cambio di un tozzo di pane.
IL GIORNALE
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