Male la prima. Conte l’Elevato che sogna il Colle non convince il Pd
L’inizio non convince. E il nascituro Governo resta avvolto in una nube di perplessità, incertezza, reciproca diffidenza. È bastato sentire il discorso alla Vetrata dell’ex avvocato del popolo in versione “Conte la qualunque”. Che annuncia, ci mancherebbe altro, un Governo “per” e non “contro”, mettendo in fila una serie di capitoli che sembrano un elenco di luoghi comuni, altro che discontinuità (richiesta dal Pd): per ambiente, per la “biodiversità dei mari”, per “l’istruzione di qualità”, per “un Mezzogiorno rigoglioso”, per una “pubblica amministrazione non permeabile alla corruzione”. Chiacchiere, ci mancherebbe che uno promette un Governo contro l’ambiente, contro i mari inquinati, per un’istruzione scadente, un Mezzogiorno più povero e una amministrazione piena di corrotti. Finito l’elenco, con ecumenismo furbesco e fedele all’impostazione che non si sono più destra e sinistra, ha spiegato l’iniziale perplessità “di avviare una nuova esperienza di Governo con una maggioranza diversa” (guai a nominare in modo limpido il Partito democratico) superata poi “nella consapevolezza di aver cercato di operare sempre nell’interesse di tutti i cittadini, nessuno escluso”.
Insomma, l’Elevato, ennesimo salvatore della patria dai barbari, in un paese che, rimozione dopo rimozione, ne scopre (di salvatori) con una certa frequenza (e senza passare per urne).
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