Salvini chiede il voto e attacca: “Pd al servizio di Stati stranieri”
Salvini, però, ha un asso nella manica, quello di avere ora il tempo di tornare in mezzo alla gente, a parlare alle piazze, in vista anche delle prossime Regionali, dove punta a fare piazza pulita degli avversari, dimostrando che la strada di un governo come quello che sta per nascere è quella sbagliata. L’ex ministro dell’Interno sarà stasera alla Berghem Fest, poi il 15 a Pontida, alla festa della Lega e, quindi, il 19 ottobre alla grande manifestazione di Roma organizzata per dire «no» all’esecutivo truffa.
Ieri da Pinzolo, in provincia di Trento, è stato chiaro: «Pd e 5 stelle si stanno scannando per i ministeri ancor prima di averli avuti». E ancora: «In Italia si stanno confrontando due partiti. Il Pd, che è al servizio di Paesi stranieri, e la Lega, che difende il popolo italiano, gli schiavi della poltrona e della Merkel contro gli uomini liberi». E ancora: «Renzi ha detto sfido Matteo Salvini ovunque? Gli rispondo, anche domani mattina». Per il leader della Lega quello che sta nascendo è un «governo di estrema sinistra, composto da Pd, pentastellati e Leu. Roba che è in minoranza ovunque. Quindi sarebbe una truffa. Un governo truffa». E ha ricordato: «Vogliono smontare tutto quello che abbiamo costruito. Il Pd addirittura vuol riaprire i porti».
Ma il leader della Lega non si dà per vinto e ricorda: «Ci sono tante altre elezioni regionali in vista nei prossimi mesi, non le potranno sospendere, rinviare, non potranno annullarle. Siamo assolutamente convinti di aver dimostrato agli italiani chi lavora per amore e chi ha a cuore solo le poltrone. Dal Pd non ci aspettiamo nulla, è il partito dei poteri forti. Vorrà dire che poi noi governeremo per i prossimi 15 anni». Per lui «un governo fermo blocca il Paese. Qualunque cosa scelgano – ha chiarito poi – noi siamo pronti. Si scannavano fino a ieri anche a livello regionale e ora vogliono governare assieme». E a chi gli ha chiesto perché far cadere l’esecutivo, ha risposto senza mezzi termini: «Era tutto fermo tranne il tema della sicurezza: autonomia, giustizia, opere pubbliche, codice degli appalti».
A chi gli ha fatto notare che i consensi del suo partito potrebbero essere scesi dal 34 al 32 per cento, ha chiarito: «Mi preoccupa solo che il primo partito italiano, a causa di giochi di palazzo, sia visto da qualcuno come da tenere lontano. Tutti tranne uno, non mi sembra un atteggiamento democratico. Poi può essere il 34, il 32, ma la Lega rimane il primo partito italiano, l’abbiamo visto in Europa». Su alleanze tra Pd e 5s a livello regionale Salvini non pare preoccuparsi: «Noi abbiamo sempre detto no al Pd». La coerenza, invece, non pare appartenere agli ex alleati.
IL GIORNALE
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