I numeri del Pd. L’azionista di minoranza
di MASSIMO DONELLI
C’è sempre una prima volta. Nella vita, ovviamente. Ma anche nella politica. Per esempio, se il nuovo governo di Giuseppe Conte nascerà,
gli eredi del Pci, Pds, Ds, oggi sparpagliati fra Partito democratico
(Pd) e Liberi e uguali (Leu), per la prima volta si troveranno a vivere
una nuova esperienza: quella di non essere, numeri alla mano, in
posizione egemonica. Un unicum assoluto nella storia gloriosa e
tormentata della sinistra italiana. Vediamo.
Quando il partito si
chiamava Pci (fino al 3 febbraio 1991), rappresentò la forza principale
di opposizione in parlamento e la forza principale di governo in molte
importanti realtà locali, Emilia Romagna in primis.
Quando si
chiamava Pds (dal 1991 e fino al 1998) e, poi, Ds (dal 1998 fino al
2007) fu la forza egemone de L’Ulivo (1996-2007), la coalizione politica
che guidò il Paese con tre diversi premier (Romano Prodi, Massimo
D’Alema, Giuliano Amato) dal 1998 al 2001 e, poi, dal 2006 al 2008.
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