Lagarde apre l’era del post-Draghi e chiama in causa i governi: “Chi ha margini fiscali li utilizzi”
dalla nostra corrispondente TONIA MASTROBUONI
BERLINO –“Io c’ero quando Mario Draghi ha pronunciato il suo ‘whatever it takes’ e spero di non doverlo mai dire perché vorrà dire che gli altri decisori politici non avranno fatto quello che avrebbero dovuto fare”. La presidente designata della Bce Christine Lagarde ha affrontato le due ore e mezzo di domande dei parlamentari europei con piglio deciso. Uno dei messaggi centrali è stato che “molti paesi hanno ancora margini fiscali, sono entro lo 0,5% di disavanzo”.
C’è spazio, insomma, per Paesi come la Germania perché mettano in campo pacchetti di rilancio dell’economia. Tanto più in vista di un autunno che nasconde, ha aggiunto l’ex numero uno del Fmi, “rischi di seria natura” a causa delle tensioni commerciali e della Brexit. I governi devono fare la loro parte, in un contesto che si sta annuvolando e in cui la Bce non ha più i margini di intervento che poteva avere all’inizio della Grande crisi. Anche riguardo alle riforme strutturali, che restano “una missione incompiuta”. Le banche centrali, ha insistito Lagarde, “non sono gli unici attori in campo”.
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