Il nuovo governo. Giallorosso o giallorosé

Non mancano tuttavia i punti di debolezza. Il primo è la fragilità dell’inedita coppia Pd-M5s, nemici acerrimi fino all’altro ieri e ora quasi amici: quanto andranno d’accordo? Ad esempio sulle grandi opere? Ma ancor più insidie si nascondono all’interno degli stessi due partiti di maggioranza. Il Pd ha una testa zingarettiana e un corpaccio renziano forse tentato, in prospettiva, di staccare la spina per presentarsi alle elezioni sotto nuove spoglie. Il M5S ha un capo politico, Di Maio, che era stato il garante del patto con Salvini e che esce ora sconfitto e ridimensionato dal ribaltone (e soprattutto dall’irresistibile ascesa di Conte, il nuovo leader).

Infine, un altro grosso rischio corre questo governo Pd-M5s. Quello di essere l’esecutivo più di sinistra che si ricordi in un momento in cui la maggioranza degli elettori va dall’altra parte. Se sarà davvero giallo-rosso, spalancherà praterie a Salvini, la cui vittoria verrebbe solo rinviata di qualche mese. Gli conviene vestirsi di giallo-rosa, o meglio ancora giallo-rosé.

QN.NET

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