Migranti, il nuovo ministro Lamorgese frena: «Più umanità, ma i porti restano chiusi»
NESSUNA INVASIONE
Nessuna concessione, dunque, almeno per il momento. Perché la linea del neo ministro Luciana Lamorgese
non sarà certamente uguale a quella del suo predecessore, anzi. Ma deve
comunque fare i conti con un’opinione pubblica ormai nettamente
schierata sul tema dell’immigrazione. Niente porti aperti in maniera
indiscriminata, quindi – indietro non si torna – ma certamente più
umanità. E poi i casi verranno analizzati volta per volta, a seconda
della situazione e sempre di concerto con il premier Conte, partendo dal
presupposto che l’Italia non sta subendo invasioni. Sarà un lavoro non
facile, anche perché l’ex prefetto subentra a un ministro che ha
esasperato i toni con un’Europa che ha colto così l’occasione per
continuare a non occuparsi del problema. E ora ci si aspetta molto da
Bruxelles, a cominciare da una revisione della gabbia del Trattato di
Dublino che impone al Paese di primo arrivo di farsi carico dei migranti
sbarcati. Anche se è più facile immaginare che un contributo concreto
arrivi con la ricollocazione dei migranti.
Nel frattempo, Lamorgese,
ieri mattina, dopo aver giurato davanti al presiedente della Repubblica,
ha salutato i giornalisti presenti augurando buon lavoro. Nessun’altra
dichiarazione. Poi si è recata al ministero dove ha incontrato i capi
dipartimento e il capo della Polizia Franco Gabrielli, con il quale ha
ottimi rapporti. Bisognerà aspettare la fiducia al governo che avverrà
nei prossimi giorni, prima che il neo ministro definisca un’agenda.
Cosa
succederà alla prossima nave umanitaria che tenterà di entrare in acque
italiane con a bordo i migranti? Diverse le ipotesi possibili, tutte da
concertare con Palazzo Chigi. Sebbene il neo ministro avrebbe anche la
possibilità di non firmare il divieto, al contrario di quanto faceva il
leader leghista in base all’articolo 1 del suo dl che gli concedeva la
facoltà di «limitare o vietare l’ingresso» a navi «per motivi di ordine e
sicurezza pubblica». È una facoltà, non un obbligo, ma potrebbe essere
il primo modo per disinnescare gli effetti della legge salviniana.
Lamorgese dovrà comunque far ricorso a tutte le sue riconosciute doti di
mediazione e ascolto per trovare un punto di equilibrio tra le esigenze
dem – che sono per una cesura netta con le politiche del precedente
Governo – e quelle di una parte dei Cinquestelle, che puntano a
mantenere una linea rigorista. In ogni caso, la stella polare del nuovo
ministro, come recita il 15° dei 26 punti contenuti nelle linee
programmatiche del nuovo Governo, sarà aggiornare la normativa «seguendo
le recenti osservazioni formulate dal presidente della Repubblica».
I RILIEVI AL DECRETO
Il riferimento è alla lettera che Sergio Mattarella ha inviato lo scorso 8 agosto con i rilievi al dl sicurezza bis. Il capo dello Stato aveva sollevato «rilevanti perplessità», in particolare, sulle sanzioni a carico delle navi che violano il divieto di ingresso in acque italiane: multe fino ad un milione di euro e confisca. Serve, ha spiegato, «la necessaria proporzionalità tra sanzioni e comportamenti», ricordando che il divieto può essere disposto «nel rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia». Anche sul primo decreto sicurezza, quello dell’ottobre 2018 che conteneva una stretta sui richiedenti asilo, il presidente aveva scritto per sottolineare che restano «fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato».
Da prefetto di Milano Lamorgese aveva bacchettato le ordinanze anti-migranti dei sindaci leghisti: «È importante accettare la diversità, che è ricchezza e procedere con l’integrazione. Io dico che bisogna accogliere nelle regole e non respingere il diverso che può essere un arricchimento per il territorio». E c’è da attendersi proprio un impulso alle politiche dell’integrazione, depotenziate da Salvini. Il nuovo ministro punterà anche a ricucire l’essenziale rapporto con Bruxelles e con le altre capitali europee, da Parigi e Berlino, nella convinzione che occorre trovare alleanze per cambiare le cose.
IL MESSAGGERO
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