Crisi di governo, la prima difficile domenica senza poltrona
di MICHELE BRAMBILLA
Roma, 8 settembre 2019 – Che cosa faranno oggi gli sconfitti della crisi di governo? Come sarà la prima domenica da ex potenti? Quante volte squillerà il loro telefono? Quante persone li cercheranno, li blandiranno, li ossequieranno? Li omaggeranno, chiederanno loro favori e, al contempo, garantiranno i loro servigi? Quanti sorrisi, quante strette di mano, quanti “forza”, “hai ragione”, quanti “siamo tutti con te”? Il giorno dopo la sconfitta si disvelano le ipocrisie, i rapporti interessati e perciò finti, si divide il nostro prossimo in uomini e no. Poco più avanti si potrà anche rifare la propria agenda, sapere chi sono i veri amici e chi i ruffiani, separare i riconoscenti dagli ingrati. Ma i primi giorni dopo la caduta a dominare è il silenzio, la solitudine, l’amarezza quando non l’angoscia, e un nodo alla gola. Come saranno i giorni, ad esempio, di Salvini? Mi ha colpito, in queste ore, vedere la lunga serie di “ha abbandonato” sul suo gruppo di Whatsapp: neppure il pudore di fingere, almeno ancora per un po’. Matteo Renzi, un altro che conosce le Caporetto della politica, lo aveva avvertito, il 20 agosto scorso al Senato: “Caro Salvini, parlo per esperienza personale: vedrà quanti, fra coloro che fino ad oggi l’hanno riverita, le volteranno le spalle”.
Un altro politico di lungo corso mi ha confidato: “D’improvviso, pare ti cada il mondo addosso. Per mesi, o per anni, giri l’Italia in lungo e in largo con un codazzo di scorte, portavoce e portaborse, autisti e consiglieri; ovunque vai ti accolgono una folla e una processione di autorità e papaveri che non aspettano altro che vederti, parlarti, toccarti. È una sovraesposizione che ti fa perdere il contatto con la realtà. Se passi al nulla, da un giorno con l’altro, se la perdita di tutto questo è repentina, l’horror vacui ti assale”. Fra gli sconfitti di questa crisi di governo Salvini è il primo, non foss’altro che per aver fatto come il suo Milan a Istanbul, quando passò dal 3-0 al 3-3 e poi alla sconfitta ai rigori.
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