I sovranisti vanno in piazza. E Salvini “chiama” il Cav
Per lui il centrodestra deve rimanere unito per «liberare intere regioni Italiane come l’Emilia Romagna e l’Umbria, che da decenni sono mal governate dalla sinistra». Ecco perché l’invito agli «alleati a rimanere alleati. Ciascuno – ha proseguito durante il suo tour in Emilia per presentare la candidata alle Regionali, Lucia Borgonzoni- faccia un passo indietro per le sue ambizioni personali di partito e metta davanti la squadra».
Per Salvini in diverse Regioni c’è possibilità di vincere. Il 27 ottobre si voterà in Umbria dove, ha spiegato ieri «hanno arrestato un po’ di uomini del Partito democratico su denuncia dei Cinque stelle. Ecco – ha chiarito quindi – se dalle denunce passano all’inciucio anche in Emilia Romagna, io rido e vinciamo lo stesso». E poi da Caorso un attacco alla sinistra: «Sono rientrati dalla finestra dopo che gli italiani li hanno buttati fuori dalla porta».
Parlando di nuovo della manifestazione di oggi, che sarà comunque blindata da decine di uomini delle forze dell’ordine, Salvini ha detto: «Le bandiere di partito possono fare un passo indietro. Chi c’è è libero di esserci», specificando che si tratta di una protesta che sarà «pacifica e a volto scoperto». E ha criticato comunque Forza Italia: «Non vedo dove stia il problema rispetto a gente che sta in Parlamento e in piazza. Noi facciamo il nostro lavoro in Parlamento, nei Comuni e nelle Regioni, però rappresentiamo i milioni di italiani che sono indignati – ha spiegato poi – per un governo che non sta né in cielo né in terra e per un Partito democratico che ha perso tutte le elezioni possibili negli ultimi due anni e si ritrova al governo con le operazioni dei Renzi, dei Lotti, delle Boschi, dei Franceshini, degli Zingaretti».
Il tutto mentre in casa Lega si prepara già un altro evento, quello di Pontida del prossimo 15 settembre, data che precede di un mese la grande manifestazione organizzata per il 19 ottobre a Roma, sempre per protestare contro un governo nato sotto la stella sbagliata: quella delle imposizioni di «Berlino, Parigi e Bruxelles»
IL GIORNALE
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