Sondaggio | Conte sale , meno il suo governo. E Salvini riprende quota
Le ipotesi sulla durata del governo fanno segnare un aumento di coloro che non sono in grado di esprimere un pronostico (da 17 a 22%), mentre si conferma la previsione prevalente già la scorsa settimana: durerà pochi mesi, al massimo un anno, secondo il 42% (in calo di 3 punti). Va osservato che tra dem e 5 Stelle diminuisce la fiducia che il governo possa durare per la parte restante della legislatura (rispettivamente di 5 e 6 punti) e per entrambi l’ipotesi prevalente è un lasso di tempo di due anni. Nel sondaggio abbiamo voluto testare l’apprezzamento per il presidente del Consiglio Conte e, in assenza di vicepremier, per i due principali esponenti di M5S e Pd nell’esecutivo (Di Maio e Franceschini), nonché per i leader dei partiti.
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Sondaggio, Conte sale nel gradimento. E Salvini riprende quota
Conte vede aumentare il proprio gradimento, confermandosi nettamente al primo posto: il 51% esprime una valutazione positiva e l’indice sale a 57 dal 52 di fine agosto. Il calo tra gli elettori leghisti è più che compensato da quelli della nuova maggioranza, tra gli astensionisti i positivi prevalgono sui negativi (42% a 34%) e tra gli elettori di FI e FdI, che pure sono all’opposizione, uno su tre si esprime positivamente sul premier. Molto staccati tutti gli altri, compresi Di Maio (gradito dal 24% con un indice pari a 27) e Franceschini (gradito dal 16% con un indice pari a 21). Dopo Conte, nel gradimento si colloca Salvini, uscito ammaccato dalla decisione di far cadere il precedente governo, ma in ripresa rispetto a fine agosto: oggi il 35% esprime un giudizio positivo, e l’indice di fiducia passa da 36 a 40. Per lui il consenso è tornato su livelli elevati presso il proprio elettorato (era il 63% oggi è l’84%) e tra gli elettori di FI e FdI (76%). A seguire Giorgia Meloni, apprezzata dal 27% (indice di gradimento pari a 32, in calo di 1 punto), Nicola Zingaretti, gradito dal 19% (indice stabile, a 23) e Silvio Berlusconi con il 13% (indice 15, in calo di un punto). Dunque per il nuovo governo il tema della popolarità si conferma un punto critico.
Conte è riuscito a ritagliarsi un profilo «istituzionale» e gode di un consenso elevato ma, come abbiamo visto, prevalgono i giudizi negativi sull’esecutivo. Nel discorso di insediamento del premier, al di là di singole proposte, sono emerse alcune questioni importanti: la prima è quella del rinsaldato rapporto con l’Europa, testimoniato dalla nomina di Gentiloni a commissario Ue agli affari economici, ma non solo; la maggior parte degli italiani, pur critici nei confronti dell’Unione, auspicano un rapporto più sereno con Bruxelles. La seconda questione riguarda i tempi: puntare sulle riforme significa porsi obiettivi di medio-lungo termine, laddove gli elettori negli ultimi anni hanno manifestato l’aspettativa di misure immediate, come gli 80 euro di Renzi o la chiusura dei porti del governo gialloverde. Da ultimo lo stile comunicativo: Conte ha preso l’impegno di un lessico più sobrio e rispettoso. Si tratta di un cambiamento assai importante perché negli ultimi anni il linguaggio «forte» è andato per la maggiore, incontrando il favore di una larga parte di cittadini e ha favorito processi di identificazione con i politici che lo hanno adottato. Forse è questa la sfida più difficile, perché la decantazione del clima aggressivo richiede un sussulto di resipiscenza dei cittadini.
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