Il «centro» grato a Salvini

di Francesco Verderami

È bastato solo l’annuncio di un ritorno al proporzionale che il centro ha preso a riempirsi. E la folla di aspiranti leader fa prevedere un ingorgo che nemmeno all’ora di punta.

Hanno tutti progetti diversi ma sono tutti devoti a Salvini. Perché se il leader della Lega non avesse aperto la crisi, oggi non avrebbero sogni da coltivare. A partire da Conte, che per i suoi trascorsi nell’area post democristiana — e un passaggio nella Rosa Bianca — non accetta di sentirsi dare del grillino ma si definisce un «centrista radicale». E come racconta il segretario dell’Udc Cesa, europarlamentare uscente, «a Bruxelles si accosta il nome di Conte a un’operazione centrista in Italia»: «Gli amici popolari tedeschi mi hanno parlato del suo rapporto con la Merkel, che lo ha assistito in passaggi complicati del governo, come la scelta all’Economia».

Conte al momento è al centro di quello che i vecchi dc denominano «il triangolo andreottiano»: sta a palazzo Chigi con l’appoggio degli Usa, dell’Ue e delle gerarchie ecclesiali. Il tempo dirà se è un’illusione ottica o l’ennesima meteora. Certo l’establishment non si fa irretire dai suoi sondaggi, ma lo attende — come spiega un potente boiardo di Stato — in alcuni passaggi politici, così come «nella gestione della Cassa depositi e prestiti e nella selezione delle nomine dell’anno prossimo, da cui si capirà se sarà in grado di trasformare quel passaggio nell’atto di nascita di una filiera dirigenziale».

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