Germania all’attacco di Draghi: “Superato il limite”. Ma è Deutsche Bank a risparmiare di più con le mosse Bce
dalla nostra inviata TONIA MASTROBUONI
Weidmann è convinto che la lunga stagione di politiche monetarie
accomodanti – che è la traiettoria scelta da anni dalle principali
banche centrali nel mondo – renderebbe sempre più difficile per la Bce
tornare su un sentiero meno emergenziale. Una considerazione smentita
dai fatti: l’anno scorso Francoforte era uscita dalla fase emergenziale,
aveva lentamente ‘spento’ il bazooka del quantitative easing,
dell’acquisto di titoli pubblici e privati, e nulla era successo.
I mercati avevano considerato, anzi, la normalizzazione delle politiche
monetarie in linea con i fondamentali di un’economia in ripresa e
avevano accettato la stretta senza sconquassi. Ma Helmut Schleweis, il
presidente dell’Associazione delle casse di risparmio Dsvg, ha fatto eco
a Weidmann sostenendo che il nuovo pacchetto di misure deciso da Draghi
“produce più danni che benefici”.
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di RAFFAELE RICCIARDI
Peccato che in queste ore JPMorgan si sia messa a calcolare quanto
risparmieranno le banche grazie al ‘tiering’, ai nuovi principi
introdotti per i depositi degli istituti di credito, dopo che i tassi
negativi tagliati ulteriormente a -0,50%. La Bce ha deciso in sostanza
che la penalità verrà applicata soltanto dopo un certo ammontare – prima
valeva per l’intero ammontare, ad eccezione delle riserve obbligatorie.
E secondo JPMorgan la banca che ne approfitterà di più sarà la maggiore
banca tedesca, Deutsche Bank, che risparmierà 200 milioni all’anno.
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di RAFFAELE RICCIARDI
Ma anche altri ‘falchi’ hanno esplicitato la loro opposizione alla
traiettoria ultra accomodante imboccata nuovamente dalla Bce. Il
governatore della Banca centrale olandese, Klaas Knot, pensa che il
pacchetto di Draghi sia “sproporzionato” rispetto all’attuale quadro
economico. Al suo esordio in Bce come nuovo governatore della Banca
centrale austriaca, anche Robert Holzmann ha espresso dubbi sulle scelte
del board.
Holzmann, che si è augurato una discussione sull’obiettivo di inflazione perché convinto che vada abbassato dal 2 all’1,5%, mentre Draghi ha detto ieri di ritenerlo sbagliato (“è una questione di credibilità”), ha definito “insostenibile” la scelta dei tassi negativi sui depositi.
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