Germania all’attacco di Draghi: “Superato il limite”. Ma è Deutsche Bank a risparmiare di più con le mosse Bce

dalla nostra inviata TONIA MASTROBUONI
Weidmann è convinto che la lunga stagione di politiche monetarie accomodanti – che è la traiettoria scelta da anni dalle principali banche centrali nel mondo – renderebbe sempre più difficile per la Bce tornare su un sentiero meno emergenziale. Una considerazione smentita dai fatti: l’anno scorso Francoforte era uscita dalla fase emergenziale, aveva lentamente ‘spento’ il bazooka del quantitative easing, dell’acquisto di titoli pubblici e privati, e nulla era successo.

I mercati avevano considerato, anzi, la normalizzazione delle politiche monetarie in linea con i fondamentali di un’economia in ripresa e avevano accettato la stretta senza sconquassi. Ma Helmut Schleweis, il presidente dell’Associazione delle casse di risparmio Dsvg, ha fatto eco a Weidmann sostenendo che il nuovo pacchetto di misure deciso da Draghi “produce più danni che benefici”. 

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Peccato che in queste ore JPMorgan si sia messa a calcolare quanto risparmieranno le banche grazie al ‘tiering’, ai nuovi principi introdotti per i depositi degli istituti di credito, dopo che i tassi negativi tagliati ulteriormente a -0,50%. La Bce ha deciso in sostanza che la penalità verrà applicata soltanto dopo un certo ammontare – prima valeva per l’intero ammontare, ad eccezione delle riserve obbligatorie. E secondo JPMorgan la banca che ne approfitterà di più sarà la maggiore banca tedesca, Deutsche Bank, che risparmierà 200 milioni all’anno.

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Ma anche altri ‘falchi’ hanno esplicitato la loro opposizione alla traiettoria ultra accomodante imboccata nuovamente dalla Bce. Il governatore della Banca centrale olandese, Klaas Knot, pensa che il pacchetto di Draghi sia “sproporzionato” rispetto all’attuale quadro economico. Al suo esordio in Bce come nuovo governatore della Banca centrale austriaca, anche Robert Holzmann ha espresso dubbi sulle scelte del board.

Holzmann, che si è augurato una discussione sull’obiettivo di inflazione perché convinto che vada abbassato dal 2 all’1,5%, mentre Draghi ha detto ieri di ritenerlo sbagliato (“è una questione di credibilità”), ha definito “insostenibile” la scelta dei tassi negativi sui depositi.

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