Allarme democratico Però sempre diverso
Si accese la lampada dell’allarme democratico quando, nell’atmosfera del golpe cileno del 1973, alcuni dirigenti della sinistra furono indotti a dormire fuori casa nell’eventualità di un golpe fascista: pericolo fortunatamente sventato. Si gridò all’allarme democratico quando Bettino Craxi, raffigurato in camicia nera, propose la Grande Riforma dello Stato (ma anche il grande antifascista Charles de Gaulle venne trattato da fascista quando propose la riforma presidenziale in Francia). Si gridò all’allarme democratico per le esternazioni del presidente Cossiga: minaccia alla democrazia allontanata.
Si gridò al pericolo fascista quando il Cavaliere Nero Berlusconi, raffigurato in fez, vinse le elezioni del ’94. Si ripropose l’allarme democratico quando Berlusconi rivinse le elezioni nel 2001 dopo un quinquennio di restaurazione democratica. Si gridò all’allarme democratico anche con i 5 Stelle, messi idealmente sotto accusa nientemeno che per «attentato alla Costituzione» antifascista e portatori di un germe fascistoide. Ma le idee, si sa, cambiano rapidamente a seconda delle convenienze, per cui questa accusa è caduta in prescrizione. Ora, di nuovo, allarme democratico. Il solito e fortunatamente infondato allarme antifascista? Questa volta è diverso. È sempre diverso.
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