Renzi e il nuovo partito. Letta: “Non farà scissione, servono umiltà e unità”. I renziani: “Matteo ripensaci”
Il timore fra i dem è che la nascita di un nuovo gruppo parlamentare fuori dal Pd ma in appoggio al governo creerebbe tali fibrillazioni nella maggioranza che il Conte 2 durerebbe pochi mesi. “Mi auguro che non accada – sostiene anche il deputato dem Walter Verini ad Agorà su Raitre – Io sono nostalgico di un Pd che univa le culture riformiste. Quando se ne sono andati Bersani e gli altri è stata una perdita. E se se ne andasse Renzi sarebbe un’altra grave perdita”.
Un altro richiamo all’unità arriva dal renzianissimo sindaco di Firenze Dario Nardella: “Non posso che dire nuovamente agli amici del Pd che vogliono lasciare il partito di pensarci bene, perchè abbiamo bisogno di un partito forte e plurale. E credo che con questo nuovo Governo ci siano tutte le condizioni per lavorare uniti, perchè abbiamo dimostrato che uniti si può far bene”, dice a margine dell’inaugurazione della nuova scuola Dino Compagni di Firenze.
Anche Simona Malpezzi, sottosegretario con delega al Parlamento, fresca di giuramento, afferma: “Io ho appena giurato, c’è un governo che deve lavorare, il resto non interessa agli italiani”. E la renziana Alessia Morani, neo sottosegretaria al Mise, dichiara di voler restare nel partito: “Mi auguro davvero che Matteo non lo faccia, però io rimarrò nel Pd”.
Pd, appello all’unità dei sottosegretari renziani: “Abbiamo giurato, restiamo in questo governo”
“Siamo sicuri che due partiti prendano più voti di un partito? Lo chiedo soprattutto a chi da segretario, valorizzando un gruppo dirigente ampio e nuovo, ci ha portato al 40%”, scrive su Twitter la deputata Pd Lia Quartapelle.
Intanto Roberto Giachetti annuncia in un lungo post su Facebook la decisione di lasciare la Direzione nazionale del Pd. “Io sono stato il frontman della campagna che negava qualsiasi possibilità di fare un accordo con il M5s – spiega – mi sono candidato alla segreteria del partito contro quest’ipotesi. Vista questa situazione è inevitabile che ne debba trarre le conseguenze”. E conclude: “Dopo il giuramento del Governo, anche per la parte dei viceministri e sottosegretari, è venuto il momento che io parli e dica la mia dopo un periodo di silenzio durato un mese e mezzo”.
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