Incidente aereo a Bergamo, la corsa dell’ex poliziotto nel fuoco: «Ne ho salvati tre, poi mi sono arreso»
Dieci anni alla Narcotici di Milano, altri dieci alla Squadra mobile e tredici in Procura a Bergamo.Ma anche per un poliziotto, una scena come questa è un pugno nello stomaco. Quando corre al piccolo aereo precipitato, Angelo Pessina non può sapere che all’interno sono intrappolati Stefano Mecca, con le figlie Marzia e Silvia, gemelle di 15 anni, e Chiara, di 18. Non sa nemmeno quante persone ci siano nella cabina. Sa solo che deve fare in fretta, perché le fiamme hanno già divorato mezzo velivolo e un albero contro il quale si è schiantato. Con il serbatoio da 300 litri quasi pieno di carburante, l’aereo rischia di esplodere.
Ispettore capo in pensione, 56 anni, Pessina è il primo ad arrivare con l’amico Francesco Defendi. Una sorella, un’altra, il padre: riescono ad estrarli dal finestrino e a metterli al sicuro nel prato a bordo strada, il più lontano possibile dal fuoco e dal pericolo. Ma quando tutto sembra finito, un’immagine accompagna le urla: «Siamo in quattro», implorano padre e figlie salvati.
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