Onlife. Ecco come sarà il 6G, la rete capace di fondersi con la realtà. Parola di uno che guarda lontano
Il 2030 quindi in Finlandia lo immaginano la fusione definitiva del
digitale con il mondo fisico, con una serie di interfacce che appaiono
all’occorrenza come ologrammi per scegliere cosa ci serve sul momento.
Niente più smartphone, piuttosto una sorta di ombra digitale che ci
segue ovunque e che raccoglie tutti i nostri dati interagendo con quel
che ci circonda. Se avete visto Ghost in The Shell di Masamune Shirow o letto Luce Virtuale di William Gibson potete farvene un’idea.
Si tratterà di una rete che aggiunge un nuovo piano alla realtà, trasformando in dati il respiro del mondo misurato ad ogni attimo, poco importa che sia la produzione industriale di una fabbrica, la viabilità di una metropoli, la vita in un edificio smart, i bioritmi delle persone.
“Su 4G lavoravamo da dieci anni quando venne lanciato”, aveva spiegato pochi mesi fa Börje Ekholm, da gennaio del 2017 a capo della svedese Ericsson. “Dunque si, ci stiamo lavorando anche noi sul 6G. Potrebbe avere in effetti una latenza pari a zero, una portata molto maggiore, un consumo energetico bassissimo. E sarà una rete completamente diversa rispetto a quanto visto fino ad oggi”.
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