Gli sciacalli verdi
Tanto varrebbe chiudere Alitalia ed Eni e fondare una compagnia di Stato di barche a vela, biciclette e muli, questi ultimi buona alternativa per andare a fare i week-end a Cortina o a Courmayeur con tate al seguito.
Insomma, il governo non si fa problemi a sostenere e lucrare su chi produce inquinamento, ma introduce per noi quelle «tasse verdi» che vanno tanto di moda. Dopo quelle annunciate su auto, viaggi aerei e cibi confezionati, ecco spuntare la tassa sul riscaldamento sotto forma di aumento dell’Iva su gas ed elettricità. Altro che «tasse verdi», queste sono solo «tasse furbe», un modo di fare cassa colpendo i consumi inevitabili. Perché è ovvio che non ci si può spostare in barca a vela o a cavallo, ma in auto ed aereo; perché è evidente che le nostre case d’inverno devono essere tenute calde a tutela nostra e dei nostri nonni e bimbi che altrimenti rischierebbero di ammalarsi.
Queste non sono ricette economiche, ma pasti di sciacalli. Ti colpiscono dove non ti puoi difendere, di fatto introducono una patrimoniale mascherata da nobili principi ambientali e suddivisa in decine di balzelli, sperando così di farla franca davanti all’opinione pubblica.
Offro un’alternativa: tassiamo ogni parlamentare (e ogni premier) che cambia idea e non rispetta il patto fatto con gli elettori in campagna elettorale, faremo sicuramente più soldi che a tassare il caldo nelle nostre case.
IL GIORNALE
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