Timori su manifattura tedesca piegano listini, a Milano -1% giù Juve e banche – Indici e quotazioni
Anche il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, oggi ha parlato della Germania, indicando che è uno dei Paesi più colpiti dal rallentamento dell’economia. In questo contesto, oggi dal Regno Unito è arrivata la notizia del fallimento dello storico gruppo del turismo Thomas Cook, che ha alle spalle 178 anni di vita e che rischia di bruciare 22mila posti di lavoro. La società ha chiesto la sospensione delle sue azioni dalla Borsa di Londra.
Juventus in fondo al Ftse Mib dopo annuncio aumento di capitale
A
Piazza Affari, protagonista in negativo della seduta è stata Juventus
(-4,75%), che venerdì dopo la chiusura dei mercati ha annunciato i
risultati dell’esercizio 2018-2019, chiuso in perdita per 40 milioni di
euro, e un aumento di capitale da 300 milioni. La controllante Exor
(-3,33%) si è impegnata a partecipare per la quota di sua competenza,
pari a 190 milioni di euro. In una seduta complessivamente negativa per
il comparto bancario europeo, a Milano sono state penalizzate dalle
vendite soprattutto Unicredit -3,44%, Banco Bpm -3,15% e Ubi Banca -2,49
per cento. Debole anche il lusso, con Salvatore Ferragamo che ha ceduto
-3,15%, su cui Equita Sim taglia le stime sui risultati in ragione del
rallentamento della domanda asiatica. Eni ha perso il 2,83%, influenzata
anche dallo stacco dell’acconto sulla cedola 2019 (0,43 euro per
azione).
Settore auto colpito dalle vendite, si teme Brexit no-deal
Per
quanto riguarda il comparto auto, oltre alla situazione internazionale,
oggi 23 associazioni del settore hanno lanciato un allarme comune,
indicando che una Brexit no-deal «avrebbe conseguenze catastrofiche».
Secondo le associazioni «un mercato libero da barriere è cruciale per il
successo del settore auto che è profondamente integrato». In una nota
congiunta, le associazioni (comprese Acea, Clepa, Vda e l’italiana
Anfia) sottolineano l’importanza dell’industria automotive che in Europa
produce 19,1 milioni di veicoli l’anno e impiega 13,8 milioni di
persone nel settore allargato – uno su 16 della forza lavoro dell’Unione
europea. In particolare, secondo le associazioni, «la fine del
commercio senza barriere potrebbe portare a un’interruzione dannosa del
modello operativo “just-in-time” dell’industria, con il costo di un solo
minuto di interruzione della produzione nel Regno Unito pari a 54.700
euro (50.000 sterline). Parallelamente, le tariffe WTO sulle vetture e
sui van potrebbero aggiungere 5,7 miliardi di euro (5 miliardi di
sterline) al conto complessivo del commercio di autoveicoli Ue-Gb,
alzando i prezzi per i consumatori in caso i produttori non riescano ad
assorbire i costi addizionali». Sul fronte azionario, questa situazione
si traduce in vendite su tutte le Piazze finanziarie. A Milano Fca ha
perso l’1,12%, Pirelli il 3,92%, Brembo il 4,22 per cento.
Euro sotto 1,10 dollari dopo i dati tedeschi
Sul
fronte dei cambi, le notizie dalla Germania hanno contribuito a
indebolire l’euro, sceso sotto 1,10 dollari. In chiusura dei mercati
europei, la moneta unica passa di mano a 1,0996 dollari (1,1014 in avvio
e 1,1053 venerdì sera), e a 118,173 yen (118,67 e 118,75), quando il
biglietto verde vale 107,469 yen (107,74 e 107,94). Infine, il prezzo
del petrolio sale, con il contratto sul Wti consegna Novembre in
progresso dello 0,2% a 58,21 dollari al barile, quando quello sul Brent
del Mare del Nord di pari scadenza è quasi invariato a 64,29 dollari al
barile.
Spread chiude in calo a 142 pb, rendimento decennale 0,84%
Chiusura
in ribasso per lo spread tra BTp e Bund dopo le parole del presidente
della Bce Mario Draghi che hanno rilanciato la proposta di un lungo
periodo di politica monetaria accomodante nell’Eurozona. Al termine
degli scambi il differenziale di rendimento tra il BTp decennale
benchmark (Isin IT0005365165) e il pari durata tedesco si è attestato a
142 punti base, 3 punti base in meno rispetto al finale di venerdì
scorso a 145 punti. Piu’ netto il calo del rendimento del BTp decennale
benchmark che si è mosso in linea con la performance degli altri
governativi dell’Eurozona: il BTp decennale si è attestato in chiusura
allo 0,84%, dallo 0,91% della chiusura di ieri.
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