Trump spegne l’Europa, Milano (+0,01%) sulla parità con utility

di Paolo Paronetto e Stefania Arcudi

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Dopo i cauti rialzo della prima parte della seduta, le Borse europee hanno rallentato il passo e chiuso deboli (Milano +0,01%, Parigi -0,04%, Francoforte -0,28% e Madrid +0,27%). In calo dello 0,47% Londra, che resta appesa al caos Brexit dopo che la Corte suprema ha giudicato «illegale» la sospensione del Parlamento voluta dal premier Boris Johnson.
Se in un primo momento gli investitori erano apparsi incoraggiati dalla schiarita nel braccio di ferro commerciale tra Stati Uniti e Cina (il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin aveva confermato una ripartenza delle trattative tra Washington e Pechino il mese prossimo), a riportare le Borse con i piedi per terra è stato il fatto che Donald Trump, durante il suo discorso all’Onu, ha nuovamente attaccato la Cina, accusandola di manipolare la propria valuta, spiegando che non accetterà un «bad deal», un cattivo accordo, sul trade e chiedendo un «drastico cambiamento» del Wto.
A pesare sull’umore degli investitori sono stati anche i segnali poco incoraggianti sull’andamento della manifattura europea, cosa che lancia l’allarme sulla tenuta dell’economia del Vecchio Continente.

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