Fronda M5S, Di Maio: “Le 70 firme sul documento dei senatori non sono contro di me, è un malinteso”



Una rivolta, quella andata in scena ieri a Palazzo Madama, che unisce varie fonti di malcontento: quella di chi non ha gradito la nascita del governo giallo-rosso e quella di chi è deluso perché escluso dagli incarichi di governo. A guidare la fronda dei malpancisti è – anche se fuori dal Parlamento – l’ex deputato 5Stelle Alessandro Di Battista. Ma in Senato, dove i numeri per la maggioranza sono in bilico, la corrente dei delusi conta personalità in vista come Barbara Lezzi, Michele Giarrusso, e lo stesso Danilo Toninelli che non ha contrastato la protesta. E che risulta il favorito nella corsa al ruolo di capogruppo. Impensabile fino a qualche mese fa.

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Approfondimento

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di ANNALISA CUZZOCREA
Di Maio ha poi parlato di Moscopoli, perché ieri il premier Giuseppe Conte è tornato a sollecitare un intervento di Matteo Salvini per chiarire la posizione della Lega sui fondi russi: “Invece di provare a portare in Parlamento l’uomo che da ministro neanche ci è voluto venire a riferire su quel caso – dice a SkyTg24 – sosterrei l’altra idea che stavamo sostenendo prima che cadesse il governo: una commissione di inchiesta non soltanto sul caso specifico, ma su tutti i finanziamenti ai partiti degli anni scorsi”. E aggiunge: “Penso anche che il governo sia caduto per una serie di ragioni, tra queste c’era anche la volontà della Lega di non far partire quella commissione: mi auguro che in questa nuova esperienza di governo ci sia il consenso in Parlamento per far partire la commissione d’inchiesta sui fondi ai partiti”

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