I diritti e la morte, se la politica si arrende


E’ legittimo, finanche doveroso, avere domande e dubbi sul merito della decisione assunta e siamo sicuri che gli stessi giudici li avranno avuti, ma di sicuro era necessaria una scossa, era sacrosanto un richiamo solenne alla responsabilità delle Camere. 
C’è da augurarsi, dunque, che possa accadere ora quel che accadde con la sentenza sull’aborto che fece da rompighiaccio e “costrinse” il Parlamento a legiferare sull’interruzione di gravidanza. 
Una sentenza, quella del 1975, che, come ricorda Giuliano Amato, uno dei giudici che ha deciso oggi, “ci immise in un mondo nuovo e non solo per il tema che trattava”. Una chiosa che appare ugualmente appropriata per la pronuncia attuale, perché anche ora ci apre “il mondo delle scelte che noi facciamo laddove prima la legge decideva per noi, il mondo in cui la nostra libertà è la nostra responsabilità”.

QN.NET

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