«Medici in servizio fino a 70 anni»:la richiesta delle Regioni al governo
Uno studio dell’Anaao (sindacato che raduna proprio i medici che lavorano «in corsia») stima che da qui al 2025 andranno in pensione circa 38.000 professionisti (45.000 se si tiene conto anche dei medici di base), una tendenza che rischia di essere appesantita dall’introduzione del regime di «quota 100». La lacuna è aggravata dal fatto che le università non riescono a formare un numero sufficienti di neolaureati (specie medici specialisti) in grado di sostituire i colleghi che lasciano il servizio. A questo si aggiunga che molti laureati italiani scelgono di andare a lavorare all’estero. I primi sintomi si erano avuti quando qua e là nelle aziende ospedaliere hanno cominciato ad andare deserti i concorsi per l’assunzione a tempo indeterminato di nuovi medici .
Le acrobazie delle Regioni
L’emergenza ha costretto le Regioni, a cui per legge spetta la gestione della sanità pubblica, ad acrobazie per garantire la copertura dei servizi: il Veneto, ad esempio ha stipulato contratti diu libera professione con ex primari già in pensione, il Molise ha provato a chiedere aiuto ai medici dell’Esercito, la Toscana aveva già sperimentato l’assunzione di giovani medici freschi di diploma.
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