La nuova partita di Salvini: si gioca tutto al referendum

Pasquale Napolitano

Matteo Salvini accantona la battaglia sull’immigrazione e gioca la partita decisiva sul referendum per cancellare dalla legge elettorale la quota proporzionale.

La corsa contro il tempo del leader della Lega si chiude con il via libera da parte di 8 Consigli regionali (Veneto, Sardegna, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo e Piemonte, Basilicata e Liguria) al quesito referendario per l’abrogazione parziale del Rosatellum. Ne bastavano cinque. «Ci vediamo lunedì mattina alle 11 in Corte di Cassazione per il deposito del quesito referendario. Avanti così», commenta il senatore della Lega Roberto Calderoli, vice presidente di palazzo Madama. La delegazione leghista sarà composta da Calderoli e da componenti leghisti dei Consigli regionali che hanno approvato stesso. Quindi, spiegano dalla Lega, nessun governatore e nessun capogruppo leghista. Prossima tappa sarà l’esame dell’ammissibilità della richiesta referendaria. Ottenuto il via libera, si andrà al voto in primavera.

Con la mossa del referendum, Salvini muove l’attacco al governo Conte su due fronti: regionali e stop al proporzionale. Con quest’ultima battaglia che rischia di trasformarsi in una consultazione pro e contro il leader della Lega. Una sfida che nasconde insidie e trappole: Matteo Renzi docet. E l’ex ministro dell’Interno sembra ripercorrere le stesse tappe del rottamatore. Salvini si giocherà tutto con il referendum. Provando a neutralizzare i piani della maggioranza giallorossa che punta alla reintroduzione del proporzionale secco: un sistema elettorale che certo non asseconda le ambizioni del Capitano.

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