Dopo il trionfo di Kurz, incognita alleanze in Austria. Occhi puntati sui Verdi, che dettano le condizioni

Sebastian Kurz vola al 38,4% in Austria, ma ora resta l’incognita delle alleanze. E, dopo il tonfo dell’ultradestra sulla scia dell’Ibizagate, tutti gli occhi sono puntati sui Verdi. Guadagnato il 12% (contro una percentuale inferiore al 4% delle precedenti elezioni, che li aveva tenuti fuori dal Parlamento) dettano le loro condizioni: l’Austria deve diventare “il Paese numero uno in quanto a difesa dell’ambiente e del clima”, scandisce Kogler, mentre per la leader del partito a Vienna, Birgit Hebein, ”è Kurz che ora deve decidere in che direzione intende andare”. Certo non è tenero il giudizio nei confronti dell’Fpoe, che è crollato dal 26% della precedente consultazione al 16%: ”È finita la follia della destra estrema”.


Il problema è che a questo punto le opzioni per il futuro governo sono tutte apertissime. Mentre l’ultradestra, dove gli unici commenti pubblici sono lasciati al segretario generale Harald Vilimsky, sembra aver optato oramai per l’opposizione nonostante avesse detto il contrario durante tutta la campagna elettorale, sulla carta sono possibili sia una coalizione tra popolari e Verdi che un’alleanza tra popolari e socialdemocratici, che hanno raggiunto il 21,5% dei voti. Ovviamente, la terza opzione è un’alleanza a tre in cui vengano coinvolti anche i liberali di Neos.

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