Manovra, liti nella notte. I timori su Renzi e Di Maio: così facciamo poca strada
Un protagonismo che si concilia poco con il ruolo alla Farnesina e molto con il suo ruolo di capo politico. Renzi e Di Maio vengono visti da Franceschini e Conte come i possibili guastatori del governo. Il capo delegazione del Pd l’altro ieri notte ha affrontato apertamente, senza sfuriate ma con freddezza, Di Maio, che aveva appena partecipato a Non è l’Arena: «Non è opportuno che si vada in televisione senza avere concordato prima le misure tra noi». E a Luigi Marattin (Italia Viva) più tardi risponde parafrasando Dante: «Non ragioniam di lor, ma guarda e passa».
Le posizioni nel Consiglio dei ministri
In realtà, il protagonismo politico, inevitabile in qualunque coalizione, è già evidente. Ieri le posizioni in campo erano chiare: il Pd vuole caratterizzarsi a sinistra, premendo sulla riduzione del cuneo fiscale; Italia viva spinge al centro, puntando sul Family Act; Leu chiede la riduzione del cuneo ma anche di recuperare due miliardi in più per il fondo sanitario (Roberto Speranza è ministro della Salute); i 5 Stelle provano a scavalcare tutti, rivendicando lo stop all’aumento dell’Iva e altri miliardi recuperati (non si sa ancora bene come), per sventare il rischio che si vadano a toccare reddito di cittadinanza e quota 100. Di Maio lo dice apertamente: «Sterilizzare l’Iva è solo un punto di partenza, ora tocca a cuneo fiscale, superticket e aiuti alle famiglie».
Le aliquote e la rimodulazione
Il vero scontro nella notte di domenica c’è stato tra Marattin e Antonio Misiani (Pd). Il primo sosteneva la necessità di eliminare i riferimenti al cuneo fiscale. Misiani sosteneva che è possibile l’entrata in vigore di questa misura già nella prima metà del 2020. Duelli ed equivoci sono continuati. E così, i renziani hanno ipotizzato un aumento di aliquote dell’Iva. In realtà, Gualtieri aveva sì parlato di «rimodulare» le tre aliquote, ma solo per consentire di pagare due punti in meno di Iva per chi usa la carta di credito. La Bellanova non era convinta della tesi ma alla fine del consiglio dei ministri è soddisfatta: «È stato scongiurato l’aumento selettivo dell’Iva che era stato paventato. È una vittoria di tutti».
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