Wto, rischio recessione e Brexit affondano le Borse. Spread balza a 153
Tutto questo ha penalizzato gli indici europei, provocando cali generalizzati su tutti i settori, a partire da banche, tecnologici, costruzioni e finanza. Male anche gli energetici, con il petrolio in forte discesa dopo il rialzo delle scorte americane (il Wti a novembre perde l’1,7%, il Brent a dicembre l’1,8%).
Andamento dello spread Btp / Bund
Wall Street in territorio negativo,
dopo il sell off di ieri . Nel primo giorno del quarto trimestre
dell’anno, dopo la pubblicazione di dati deludenti sull’attività
manifatturiera in Usa e nell’Eurozona, gli indici statunitensi hanno
cancellato quasi tutti i guadagni messi a segno dal Dow Jones e
dall’S&P 500 nei precedenti tre mesi. I dati negativi hanno infatti
ravvivato i timori per una recessione globale. A essere maggiormente
penalizzati sono il settore tecnologico e il comparto industriale. A
limitare i cali è il dato sull’occupazione nel settore privato che è
stato lievemente migliore delle stime e precede l’atteso rapporto
sull’occupazione statunitense che dovrebbe essere pubblicato venerdì.
L’attenzione resta rivolta anche alla prolungata guerra commerciale tra
Stati Uniti e Cina, che pone il maggior rischio alla crescita globale.
Qualche accenno di tensione sui BTp, spread torna in area 150
Sul fronte obbligazionario da segnalare lo spread
Italia-Germania salito a 150 punti, con il decennale italiano
probabilmente indebolito dalla comunicazione da parte del Tesoro di un
nuovo Btp 10 anni indicizzato all’inflazione europea. Ieri infatti il
ministero delle Finanze ha dato mandato a 10 banche per il collocamento
di un nuovo Btp indicizzato in euro a 10 anni con scadenza maggio 2030,
cancellando allo stesso tempo l’asta prevista per il 25 ottobre. Oggi la
Bce pubblica per la prima volta il nuovo tasso benchmark per il mercato
interbancario a breve termine, l’Estr. Il passaggio sarà molto lento e
l’Eonia sarà dismesso il 3 gennaio 2022.
Andamento Piazza Affari FTSE Mib
A zionario europeo sui minimi da un mese, a Milano salgono Ubi e Bpm
I
timori di una recessione globale in arrivo quindi si fanno sempre più
concreti e i listini azionari europei scivolano sui minimi da un mese.
Sull’azionario milanese continuano a salire Banco Bpm e Ubi Banca, sempre al centro di ipotesi di un possibile risiko bancario in arrivo. In rialzo anche Finecobank e Bper Banca, mentre i cali sono generalizzati sul resto del listino, Si salva Saipem,
con Goldman Sachs che ha alzato il target price sul titolo confermando
il rating neutral. Vendite su Ferragamo, scesa sotto i 17 euro, mentre
in coda al listino sono pesanti anche Pirelli e Telecom. Fuori dal
listino principale, acquisti su Safilo Group dopo le indiscrezioni su un interesse di Kering, mentre Bio-On non riesce a fare prezzo e segna un calo teorico del 10%.
Petrolio in forte calo, dopo il nuovo rialzo delle scorte settimanali Usa. Nella settimana conclusa il 28 settembre, le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono salite per la terza volta di fila dopo 5 settimane in calo. Il dato è aumentato di 3,104 milioni di barili a 422,642 milioni di unità, contro attese degli analisti per un aumento decisamente più contenuto, di 1,2 milioni di barili. Secondo i dati diffusi dal dipartimento dell’Energia, gli stock di benzina sono diminuiti di 0,228 milioni di barili a 229,976 milioni di barili, contro previsioni per un calo di 0,0 milioni di unità.
Sterlina in discesa prima della presentazione del piano per la Brexit del primo ministro inglese Boris Johnson. Il premier interverrà al congresso del Partito conservatore per illustrare quella che viene indicata come l’offerta finale per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea evitando che l’operazione scatti a fine mese senza alcun tipo di intesa. Tutta l’attenzione è puntata su quale via d’uscita Johnson presenterà sul cosiddetto «backstop», cioè la soluzione pensata per regolare i controlli e gli scambi commerciali al confine tra Repubblica d’Irlana (appartenente all’Ue) e Irlanda del Nord (Regno Unito). Secondo la stampa, il premier proporrà una soluzione ponte fino al 2025 che prevede l’assenza di controlli doganali per prodotti agricoli e manifatturieri. Ma gli osservatori e gli analisti assegnano poche chance di riuscita a tale strategia.
Occupazione Usa e auto tedesche sotto la lente
Oggi gli occhi saranno presumibilmente ancora puntati sui rischi di recessione Usa,
anche se il dato in programma (stime Adp sui nuovi occupati a
settembre) è di caratura inferiore rispetto all’indice Ism
manufatturiero di ieri. Saranno però in calendario anche diversi
interventi di esponenti della Federal Reserve (Barkin, Harker e
Williams), che potranno offrire indicazioni interessanti su come si
muoverà la Banca centrale Usa per contrastare l’ormai probabile frenata
economica. In Europa pochi indicatori di rilievo, anche se vista la
situazione economica non si dovranno sottovalutare i dati sulle nuove immatricolazioni auto in Germania.
ILSOLE24ORE
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