Sparatoria a Trieste, cosa è successo: il furto denunciato dal fratello del killer, il giallo delle fondine
Le volanti in piazza Venezia. Lampeggianti accesi per ricordare gli agenti uccisi
Roma,
l’una di notte a piazza Venezia. Le «Volanti» arrivano l’una dopo
l’altra e si fermano davanti all’Altare della Patria, il monumento che
ricorda tutti i nostri caduti. Saranno una trentina circa, vengono da
ogni commissariato della Capitale. C’è silenzio, a quest’ora. Poi a un
tratto la radio si mette a «gracchiare», dalla sala operativa della
Questura arriva infatti l’attesa disposizione. La voce dell’operatore
dice solo questo, ma è sufficiente: «Accendete le sirene». Il suono
prolungato squarcia quella quiete irreale e adesso i lampeggianti
illuminano la piazza. È il modo con cui gli agenti delle Volanti —
quelli in prima linea, quelli che accorrono subito dopo la chiamata
d’emergenza — hanno voluto ricordare i loro colleghi uccisi a Trieste
(anche loro in servizio nello stesso reparto dell’ufficio «Prevenzione
generale soccorso pubblico») Pierluigi Rotta e Matteo Demenego — leggi chi erano
— assassinati in Questura da un dominicano, poi arrestato assieme al
fratello, che ha rubato loro le pistole dalle fondine che adesso sotto
sequestro.
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