L’impegno di Conte con Pompeo: sugli F35 saremo fedeli ai patti
Ma una volta arrivati al governo, ministri e sottosegretari grillini si sono resi conto che i contratti non potevano essere disdetti se non pagando penali altissime e così si è deciso di procedere.
«L’Italia verserà i 389 milioni per gli F35, perché non è un Paese che si fa parlare dietro», aveva detto la ministra della Difesa Elisabetta Trenta nel marzo scorso. Poche settimane dopo il dossier è stato consegnato al premier Conte e con il cambio di maggioranza M5S-Pd, si è deciso di procedere. Anche perché bisogna sbloccare l’ordine dei tre nuovi “lotti” scongiurando il rischio di pagare le penali.
Lo scambio
Nel marzo scorso era stato il Consiglio supremo di Difesa, presieduto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a sottolineare «il carattere di continuità, anche finanziaria, che deve necessariamente caratterizzare i programmi di ammodernamento che si sviluppano su orizzonti temporali particolarmente lunghi». Una linea che Conte evidentemente ha fatto propria. E così la scorsa settimana, durante l’incontro con Pompeo che aveva come tema centrale i dazi e il 5G, sul tavolo della trattativa sono entrati gli F35.
Durante gli incontri bilaterali con il Segretario di Stato — in visita nel nostro Paese mentre la sentenza del Wto confermava la legittimità dei dazi a partire dal prossimo 18 ottobre — è stato chiesto con insistenza di eliminare dalla lista dei prodotti che rischiano di subire una tassazione altissima quelli tipici come il parmigiano o l’olio d’oliva. Pompeo avrebbe fatto presente che anche l’Italia aveva impegni da onorare e il premier ha ribadito la volontà di mantenere l’impegno sugli F35.
Cifre e scadenze
Durante il colloquio non sono stati affrontati i dettagli del programma, ma sarebbe stato spiegato che i numeri e le scadenze rimangono quelli fissati dai contratti. E questo sembra essere stato sufficiente agli Stati Uniti per ritenere chiusa la questione.
Due giorni dopo, durante la cena offerta dall’ambasciatore Lewis Eisenberg per far incontrare Pompeo ai rappresentanti dell’industria e della finanza italiana, ma senza invitare i politici, si sarebbe parlato con soddisfazione proprio del buon esito del colloquio sugli F35. Confermando che poteva essere la giusta contropartita per difendere i cibi italiani e dunque le imprese, come il governo ha promesso di fare.
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