Fuoco di sbarramento contro Renzi
Uno contro tutti, tutti contro Renzi. Guerra totale nel governo. Ormai però l’avversario è lui, l’ex sindaco di Firenze, l’ex rottamatore, nonché ex premier. E tutti si compattano per resistere al guastafeste di Rignano sull’Arno che mina la sopravvivenza dell’esecutivo. In un sol colpo il senatore semplice di Italia viva si prende la strigliata di Giuseppe Conte (“Non sto sereno. È inaccettabile che ogni giorno voglia rimarcare il suo spazio politico”) e la tirata di orecchie di pezzi da novanta del partito, come il presidente dell’Europarlamento, Davide Sassoli, o come i ministri Paola De Micheli e Francesco Boccia. Non era mai successo che la luna di miele di un esecutivo durasse meno di due settimane. Poco, pochissimo. Nemmeno il tempo di giurare e già imperversa un clima da pre-crisi. “Persino con Salvini i primi due mesi sono stati idilliaci”, allarga le braccia chi frequenta palazzo Chigi. Ed è tutto dire.
Ma adesso Salvini è confinato all’opposizione, ma c’è un altro Matteo, Renzi, che si è messo in testa di fare il rompiscatole, di rompere gli equilibri di una maggioranza nata fragile, una coalizione eterogenea che con le uscite dell’ex premier fiorentino rischia di andare sbattere. Ecco, per mettere al riparo l’esecutivo e l’azione di governo occorre unirsi e costituire un fronte compatto. Un cordone sanitario che vada dall’inquilino di palazzo Chigi al Partito democratico, tenendo dentro anche LeU e il M5S.
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