Fuoco di sbarramento contro Renzi
Al Nazareno si fidano del premier, ne apprezzano i toni e le parole, ma di certo non intendono perdere tempo altro con chi ha innescato una scissione che ancora oggi risulta incomprensibile. Lo stato maggiore preferirebbe non parlarne, e seguire le indicazioni di un grande vecchio della sinistra italiana, quell’Emanuele Macaluso che proprio oggi su facebook ha consigliato all’avvocato del popolo “di ignorare completamente e sempre Renzi”. Eppure il livello di guardia è stato superato anche oggi. Perché due fedelissime dell’ex sindaco di Firenze, le ministre Elena Bonetti e Teresa Bellanova, hanno replicato al presidente del Consiglio. La prima l’ha messa così: “Conte non è sereno? Io lo sono e anche molto. Ho chiaro qual è il programma del governo e l’impegno che mi sono presa nel gioco di squadra”. Mentre la seconda ha scolpito una difesa al gruppo renziano: “Conte ha avuto una esperienza traumatica, aveva un ministro degli Interni che dichiarava ogni giorno guerra a qualcuno. Noi non siamo di quella pasta lì, noi vogliamo misurare l’azione di governo sul tasso di soluzione dei problemi”. Sulla stessa scia il renzianissimo, nonché consigliere economico, Luigi Marattin, il quale rilancia il taglio dell’Irpef: “C’è chi vorrebbe dare un segnale (molto contenuto) subito e chi, come Italia Viva ha detto al tavolo sul Def, preferirebbe concentrare tutte le risorse su uno shock all’Irpef nel 2021, dedicando il 2020 a un massiccio piano per gli asili nido e i servizi alle famiglie”.
Risposte, prese di posizioni, che non soddisfano e agitano il Nazareno. “Sembrano solo provocazioni”, è il refrain fra i zingarettiani. Da quelle parti la preoccupazione è ai massimi livelli. “Se continuiamo così, noi saremo solo responsabili e lui ci metterà le bandierine”. Anche se qualche maligno sussurra: “Più farà il fenomeno e meno toccherà la palla quando si entrerà nel vivo delle nomine”. Tuttavia, a un certo punto della giornata lo stato maggiore del PD decide di mostrare gli artigli, di spalleggiare il premier Conte e di inviare messaggi perentori. Francesco Boccia, ministro agli Affari regionali, è netto: “Se Renzi trova altre risorse ce lo dica”. Poi tocca a Paola De Micheli: “Nella scissione che ha fatto Leu e in quella di Italia Viva vedo gli stessi problemi, ovvero che non ci siano state ragioni politiche per andarsene”. Ma il più duro è David Sassoli, presidente dell’Europarlamento, che agita lo spettro del ritorno alle urne: “Serve responsabilità, oltre questo governo, ci sono solo le elezioni”. Come dire: caro Matteo, questa volta sei stato avvisato….
L’HUFFPOST
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