Italiani, sì alle carte di credito. Ma non le usano
In Italia, diversamente da altre nazioni del Nord Europa, si è sedimentato un comportamento particolare, anche da parte di chi detiene carte di credito e bancomat, cioè si finalizza l’uso del pagamento elettronico solo per importi più sostenuti, almeno sopra i 100 euro, mentre per valori inferiori, pur potendo, si preferisce il contante.
È anche vero, però, che la proposta del Governo prevede un bonus fiscale a chi paga con la moneta elettronica, questo appunto per motivare maggiormente all’utilizzo di credit card. In linea di massima questa ipotesi raccoglie giudizi positivi da parte degli italiani, il 61% è favorevole. È da notare, però, che al contempo il 56% degli italiani non ha fiducia che questo porterà a un aumento delle entrate e addirittura il 63% pensa che se anche ci fosse un maggiore gettito fiscale il governo comunque non abbasserebbe la tasse.
È importante analizzare quest’ultima opinione: si mette l’accento sulla sfiducia rispetto alle promesse del Governo, cioè che il cittadino pagherà effettivamente meno tasse se si aumenteranno le transazioni tracciabili. A maggior ragione il 61% pensa che non sia corretto punire con un’imposta più elevata chi utilizza la moneta di carta e addirittura il 63% vorrebbe aumentare la soglia di utilizzo dei contanti, passando dai 3 mila attuali a 5 mila. Se a questo si aggiunge che il 59% stima che con la prossima manovra finanziaria le tasse aumenteranno, ecco che l’idea del premier di proporre una forte stretta sui contanti potrebbe essere di non facile successo, soprattutto nella considerazione che la percezione degli italiani è che comunque le tasse non diminuiranno, pur in presenza di un maggiore gettito.
Insomma è la credibilità di tutto il sistema da essere messa sotto accusa, non il singolo provvedimento di motivare e conferire un bonus fiscale a chi utilizza carte e bancomat. Tra l’altro gli stessi cittadini che pagano abitualmente con la moneta elettronica si accorgono delle difficoltà: il 41% dichiara che molto spesso è capitato che l’esercente o chi deve essere pagato rifiuti la transazione elettronica, pur in presenza del pos, adducendo la banale scusa che manca il collegamento. Nel frattempo nascono metodi alternativi di pagamento e che potrebbero sfuggire alle normali tracciabilità di chi utilizza le carte. Per esempio anche se ancora minoritaria, è in aumento la quota di chi paga tramite smartphone. Il 6% ha affermato di aver effettuato almeno una transazione con questo sistema, ma se si pensa che solo l’anno scorso il 3% dichiarava lo stesso utilizzo, sorge il dubbio che la tecnologia sia più veloce delle Leggi.
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