Il governo alla ricerca di un’idea di Paese
di Aldo Cazzullo
Nessun governo può avere come unico orizzonte allontanare il più possibile le elezioni ed eleggere il presidente della Repubblica. L’obiettivo di un’alleanza non può essere solo tenere a bada il comune nemico. Il governo Pd-5 Stelle è nato in tutta fretta, ma è partito piano. Anche troppo. Discussioni sulle merendine. Una spy-story che prima viene chiarita meglio è, a cominciare dai sospetti incrociati tra Conte e Renzi di aver usato i servizi segreti pro e contro Trump. Una manovra poco ambiziosa, da ordinaria amministrazione. E segnali di freddezza tra leader e leaderini; come se la bussola della vita pubblica continuassero a essere gli interessi personali, gli stessi che hanno portato alla coalizione giallorossa. Quando Salvini ha rotto l’alleanza aprendo la crisi di agosto, tutto lasciava credere che le elezioni sarebbero state inevitabili. Il primo a scartare è stato il più interessato a evitare il voto, Matteo Renzi, proponendo — proprio lui, il nemico dei 5 Stelle un «esecutivo istituzionale» che su 5 Stelle e Pd si sarebbe dovuto inevitabilmente reggere. Il secondo è stato Beppe Grillo, liquidando Renzi come «avvoltoio tentatore» ma di fatto benedicendo il suo disegno. A quel punto Zingaretti ha realizzato di non poter lasciare che la situazione precipitasse verso la scontata vittoria di Salvini.
Pages: 1 2