I nostri doveri di fronte ai morti del sabato sera
di Beppe Severgnini
Altre notti, altri incidenti, altri morti, altre foto sorridenti sui
siti e sui giornali, altri ragazzi italiani che non diventeranno
grandi, altre famiglie distrutte, altre città ferite.
Cosa possiamo
fare? Restare senza pa-role non basta: qualcosa bisogna dire, qualcosa
si deve provare a inventare per impedire che l’Italia torni quella
dell’inizio degli anni Duemila. Un camposanto stradale, una nazione
impotente. È successo ancora. Quattro
giovani, compresi due minorenni, sono morti in un incidente all’alba di
domenica sulla strada statale 121, Paternò-Catania. Viaggiavano su
una Seat Leon guidata da un uomo rimasto ferito, che si è schiantata
contro il guardrail in uno svincolo, spezzandosi in due. Non erano
coinvolti altri veicoli. È successo sabato 5 ottobre, a Rende, provincia
di Cosenza: al-tre quattro vittime. Tutti ragazzi, amici tra loro.
Riporta QuiCosenza.it: «Una
promessa del ballo, uno studente universitario, un tifo-so del Cosenza,
un amico, un figlio, un fra-tello. Da quella Polo devastata e
accartoccia-ta, sbuca dal cofano un giubbotto di pelle e un ombrello.
Amici affiatati, sempre insie-me, intrappolati tra le lamiere di
un’auto. Alla guida c’era Alessandro, con la passione del
latino-americano, campione italiano under 21».
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