Grillo porta a pranzo i perplessi e a Di Maio consiglia: “Non circondarti di yesman”
Tuttavia i gruppi parlamentari sono in subbuglio e senza una guida. Francesco Silvestri e Anna Macina parlano fitto fitto con Sergio Battelli. Domani scade il termine per presentare le candidature per la carica di capogruppo della Camera e, dopo la fumata nera della scorsa settimana, ancora non è stato raggiunto un accordo. Uno dei due tra Silvestri e Macina dovrà fare un passo indietro. Poi è il turno del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, che si avvicina a Silvestri, il quale parla agitato appoggiato a un albero.
Nello stesso tempo Beppe Grillo, poco più in là, vicino alla Mostra d’Oltremare, pranza con Paola Taverna, Carlo Sibilia e Nicola Morra. Quest’ultimo, giusto per far capire che aria tira, poco prima aveva detto di avere un’altra idea di riorganizzazione rispetto a quella proposta da Luigi Di Maio: “La scelta dei facilitatori non va nella direzione di un Movimento che sia orizzontale”. I facilitatori sono ottanta persone scelte su base nazionale che si occuperanno dei territori. Tuttavia, secondo Luigi Gallo, “sarà sempre il capo politico a decidere e soprattutto avrà l’ultima parola. Per questo saranno posti dei veti”.
Seduti attorno a un tavolo rotondo nella sala ristorante di un albergo a due passi dalla Mostra d’Oltremare, Beppe Grillo prova a tirare su il morale ai più arrabbiati. Una battuta dopo l’altra, poca politica e più ironia tra una portata e l’altra. Ma di certo il fondatore M5s ha ribadito che in questa fase non servono i piagnistei né per l’accordo con il Pd né riguardo la riorganizzazione interna al Movimento. È piuttosto il momento di restare uniti: “È ora di smettere con lamenti e sospiri. Siamo davanti a sfide epocali – scrive sul suo blog – che non si possono ridurre a chiacchiericci da Transatlantico, formare il nuovo partitello e giocare alle scissioni è cosmesi della politica”.
Ma tra gli stand si aggira Davide Barillari, il consigliere regionale del Lazio che ha scritto la “Carta di Firenze” per cambiare il Movimento e svuotare la figura del capo politico. Ha approfittato della festa Italia 5 Stelle per riunire gli attivisti locali e raccogliere le firme: “Questa riorganizzazione è stata calata dall’alto. C’è molta preoccupazione”. Vicino a lui si raduna un gruppo di campani. Dove arriverà questa fronda è ancora presto per dirlo, ma in regione Lazio la spaccatura ormai è nei fatti.
Invece Carla Ruocco, tra le voci più critiche nelle ultime settimane, si fida di Grillo: “Prima di alzare polveroni mi atterrei a ciò che annuncia Di Maio”, dice adesso. E poi ancora: “Vediamo cosa succede, come si articolerà la riorganizzazione, mi sembra un passo avanti. Il capo politico sta ascoltando le nostre istanze, mi sembra si stia parlando di una struttura più allargata”. La presidente della commissione Finanze della Camera usa toni da pompiere dopo aver parlato con il garante del Movimento. Per quanto possibile, Grillo ha compiuto la sua missione.
L’HUFFPOST
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