Alto Adige «abolito», ecco cosa è successo a Bolzano
Si passa da: «Per favorire un’ampia partecipazione del sistema territoriale altoatesino al rafforzamento della presenza dell’Alto Adige a Bruxelles, la Provincia, tramite l’Ufficio di Bruxelles, supporta il coinvolgimento di differenti attori pubblici e privati del territorio, anche mediante programmi di lavoro specifici annuali». A questa dizione: «Per favorire un’ampia partecipazione della provincia al rafforzamento della presenza della Provincia autonoma di Bolzano a Bruxelles, la Provincia, tramite l’Ufficio di Bruxelles, supporta il coinvolgimento di differenti attori pubblici e privati del territorio, anche mediante programmi di lavoro specifici annuali»
Le implicazioni
Cosa cambia? Dal punto di vista geografico-istituzionale nulla. La cancellazione del termine «Alto Adige» potrebbe avvenire solo in virtù di una legge costituzionale. È solo una «provocazione». Ma il nodo, a ben vedere, ed è la cosa che dovrebbe far preoccupare, è un altro: la «Legge europea», al di là del fatto che faccia sparire il termine «Alto Adige», è fondamentale per i secessionisti del Sudtirolo, perché introduce la possibilità di iscriversi a tutti gli ordini professionali anche se non si parla una parola di italiano. Basta il tedesco per potersi iscrivere all’Albo dei medici, dei commercialisti, degli avvocati. Una norma molto delicata e niente affatto scontata, nata per portare giovani medici austriaci negli ospedali delle valli che rischiano la chiusura, che ora rischia di essere affondata a causa dell’arroganza di secessionisti ed Svp che, con la scusa dell’Autonomia, cercano di imporre la cancellazione del termine Alto Adige. E tutto questo con il silenzio complice della Lega che, pur essendo in giunta con la Svp, per non indispettire gli alleati ha ingoiato il rospo.
Proteste
L’opposizione ha gridato allo scandalo (leggi qui il resoconto del dibattito in aula) e la polemica stavolta ha travalicato i confini provinciali. Tanto che il ministro delle Regioni Francesco Boccia (Pd) ha minacciato di impugnare la legge se «il testo italiano e quello tedesco non saranno resi perfettamente identici». Il governatore Arno Kompatscher, conscio che la questione sta sfuggendo di mano, prova a mettere una pezza facendo dietrofront e spiegando che «sulle questioni identitarie non si può procedere a colpi di maggioranza». Ma ormai il caso è aperto. Difficilmente il presidente troverà i voti per far approvare le correzioni richieste da Boccia anche perché la maggioranza del suo partito tresca con i secessionisti e non accetterà mai di ripristinare il termine «Alto Adige».
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