Guerra in Siria, Ue: sanzioni per difendere il petrolio, non per salvare i curdi
di GIANLUCA DI FEO
Per difendere i curdi l’Europa tergiversa,
usando parole dure senza provvedimenti concreti. Ma quando entrano in
campo interessi economici l’atteggiamento cambia. E sono pronte a
muoversi le cannoniere. Ieri in maniera sorprendente l’Ue ha messo sullo
stesso piano le centinaia di morti provocate dall’invasione della Siria
settentrionale e i giacimenti di petrolio a largo di Cipro, oggetto di
una lunga contesa tra Ankara e uno dei più piccoli stati dell’Unione.
Una disputa che però mette a rischio i fatturati di Total ed Eni, le
compagnie italiana e francese che hanno i diritti di sfruttamento.
Contro la guerra c’è soltanto la “condanna” mentre a Bruxelles si è
deciso di adottare “misure restrittive nei confronti delle persone
fisiche e giuridiche responsabili o coinvolte in attività perforazione
di idrocarburi nel Mediterraneo orientale”.
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