Trump-Mattarella, subito scontro sui dazi
l presidente Usa nella conferenza stampa ha anche attaccato sui contributi italiani alla Nato: “L’Italia – dice – paga solo l’1 per cento invece del 2 per cento. Spero che aumenti le spese militari”. E ha anche detto con soddisfazione che l’Italia ha acquistato 90 F35 e che il programma procede molto bene. E anche addolcito i toni sui dazi, spiegando: “Non vogliamo essere duri con l’Italia, vedremo di affrontare l’argomento”. In precedenza aveva detto che Washington prenderà in considerazione le lamentele italiane sui dazi.
Mattarella risponde che “l’Italia Intende difendere l’ordine internazionale basato su regole certe, con l’Onu al centro, e un sistema commerciale libero e aperto basato sui principi del Wto”. E sui dazi replica che L’imposizione è controproducente per entrambe le economie”. Il capo dello Stato parla anche degli F35: ricorda che “i nostri sei F35 stanno pattugliando i cieli dell’Islanda per assicurare sicurezza e pace”. E sul contributo economico alla Nato fa notare che “che la Nato rappresenta una comunità di valori in cui l’Italia si riconosce e a cui partecipa. Contribuiamo in maniera intensa e con efficacia alle operazioni Nato coadiuvando l’impegno dell’Alleanza. Siamo il quinto contributore Nato e il secondo in termini di forze e di militari”.
Le divergenze sui dazi e le parole di Trump rimbalzano a Roma. E Giuseppe Conte, alla fine della sua giornata parlamentare di presentazione del Consiglio europeo commenta: “E ci credo che c’è una divergenza di opinione tra noi e gli Stati Nniti sui dazi. Noi non li vogliamo, ce li vogliono mettere”.
Intanto a Washignton Trump si addentra dentro lo spinoso casa del Russiagate. E dice: “Si è cercato di nascondere ciò che è stato fatto in alcuni Paesi e uno di questi potrebbe essere l’Italia”. Dice di non conoscere i contenuti della contro-inchiesta che l’attorney general William Barr sta conducendo sul Russiagate. E di non sapere cosa ha appreso nei suoi incontri romani. Però, aggiunge, so che c’è stata corruzione, che potrebbe arrivare fino al presidente Obama. Io penso che sia stato così”.
L’ipotesi dell’inchiesta condotta da Barr, secondo alcune ricostruzioni, è che nel 2016 la campagna elettorale di Trump venne infiltrata da agenti dell’Amministrazione Obama, col concorso di governi alleati, per produrre lo scandalo del Russiagate, con il quale colpire Trump. “Presto verrà pubblicato un rapporto”, ha annunciato Trump
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