Di Maio contro Conte: contante e obbligo Pos «devastanti», serve vertice. I M5S: non è ultimatum
Che prevede una lotta spietata ai grandi evasori. Per i quali chiede il carcere e la confisca per chi evade più di 100 mila euro. Sbagliato, invece, dice, «alimentare una guerra tra poveri»: «In passato abbiamo assistito a uno stato forte con i deboli e debole con i forti, uno Stato che preferiva accanirsi su commercianti, artigiani, parrucchieri, elettricisti, invece di andare a rompere le scatole ai colossi finanziari, alle multinazionali, ai grandi evasori».
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Repubblica parlamentare
In sostanza Di Maio contesta il limite del contante, che scenderà progressivamente a mille euro nel 2022 e l’obbligo del Pos con le multe ai commercianti. Se passassero, dice, si darebbe «un segnale culturale devastante». Critiche anche sulla stretta per la partita Iva: «Saremmo d’accordissimo ad abbassare il cuneo fiscale, ma che senso ha farlo dando 40-50 euro in più ai lavoratori dipendenti e prendendoli dalle partite Iva che si spezzano la schiena giorno e notte, senza welfare, garanzie e sanità?». Meglio prenderli, dice, aumentando le concessioni autostradali. Un attacco in piena regola, per difendere il suo bacino elettorale, la sua base di consensi. Con un avvertimento chiaro al premier: «Abbiamo massima fiducia in Conte, ma siamo in una repubblica parlamentare dove decide il Parlamento». E, ricorda, «il Movimento è l’ago della bilancia, senza di noi non si va da nessuna parte».
La precisazione
Arriva anche la precisazione dei Cinque Stelle: «Il Movimento 5 Stelle ha espresso liberamente, come sempre, la propria posizione. Non si tratta, quindi, di ultimatum o minacce come scrivono i giornali. Il presidente Conte ha tutta la nostra fiducia e siamo sicuri che la nostra posizione verrà presa in considerazione da tutti. Ribadiamo il massimo sostegno all’azione di governo».
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