Catalogna, oltre mezzo milione di manifestanti in piazza: polizia spara proiettili di gomma. Salta a fine mese il match Barcellona-Real


Le scene riprese in diretta da Barcellona mostrano manifestanti che lanciano oggetti di ogni genere. C’è chi scaglia transenne in metallo, cassonetti incendiati e trascinati in mezzo alla strada a fare da barricata e cariche della polizia in tenuta antisommossa. Il grosso della manifestazione, nel centro di Barcellona, si sta svolgendo in modo pacifico con i manifestanti arrivati da tutti i punti della Catalogna.

Arresti e feriti

Almeno 22 persone sono state arrestate – compresi quattro minorenni – e 89 sono rimaste ferite negli scontro con la polizia in Catalogna. È questo l’ultimo bilancio della giornata reso noto dai Mossos d’Esquadra. Quanto ai feriti, 60 sono stati registrati a Barcellona, 12 a Girona, 6 a Tarragona e 6 a Lleida. La polizia ha inoltre informato che due agenti sono stati feriti al capo da lanci di pietre.

Le proteste

In Catalogna è iniziato il quinto giorno di proteste contro la condanna di Oriol Junqueras – leader della più forte formazione politica secessionista Esquerra Republicana de Catalunya – a 13 anni di carcere insieme a un’altra dozzina di indipendentisti. Oggi, giornata dello sciopero generale, gruppi di manifestanti indipendentisti hanno interrotto diverse strade sin dalle prime ore della mattina: tra le strade bloccate anche quella alla frontiera con la Francia, chiusa in entrambi i sensi. Cinque colonne di manifestanti delle “Marce della libertà”, spiega El Pais, dirette a Barcellona per partecipare, dopo tre giorni di cammino, alla manifestazione del pomeriggio. 

Catalogna, in migliaia in marcia verso Barcellona

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Quello di oggi è il quarto sciopero generale collegato alle proteste indipendentiste in Catalogna in meno di due anni. Il processo ha condannato i leader secessionisti a 100 anni complessivi di carcere. La Sagrada Familia, il monumento più visitato di Barcellona, ha sospeso le visite. “Non è possibile garantire l’accesso al sito”, si legge in un messaggio pubblicato sull’account Twitter.

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Il ministro degli Interni spagnolo facente funzioni, Fernando Grande-Marlaska, è intervenuto duramente per condannare gli scontri. “Durante questa settimana ci sono stati episodi di violenza da parte di gruppi minoritari – ha detto – ma ben organizzati. Le loro azioni non resteranno impunite”.

Barcellona, notte di scontri fra manifestanti e polizia: cassonetti a fuoco e vetrine in frantumi

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La proteste hanno indotto la Federazione calcistica spagnola a rinviare la partita Barcellona-Real Madrid, ‘El Clasico’ della Liga spagnola. Il match era in programma il 26 ottobre al Camp Nou e la decisione è stata presa, riferisce il quotidiano spagnolo Marca, per evitare che potesse diventare un’occasione di protesta contro la sentenza del ‘proces’ ai leader catalani. Non è stata ancora fissata una nuova data per il recupero. In questo complesso scenario politico, oggi la 13enne Leonor principessa della Asturie, erede al trono e primogenita di Felipe di Spagna e Letizia, tiene il suo primo discorso pubblico al Teatro Campoamor.

In Belgio Puigdemont si consegna volontariamente alle autorità

Dopo il nuovo ordine d’arresto europeo, l’ex presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, si è consegnato stamattina alle autorità belghe. In un comunicato, lo stesso Puigdemont ha spiegato che ha deciso di presentarsi volontariamente in relazione al nuovo ordine di cattura internazionale della Corte suprema spagnola. Puigdemont ha spiegato di essere stato poi liberato “senza cauzione, con la possibilità di lasciare il Belgio con l’autorizzazione” di un giudice, ma dovrà restare “disponibile” per rispondere a ogni eventuale convocazione.

Dopo il fallito tentativo di indipendenza catalana avvenuto due anni fa, Puigdemont si è rifugiato in Belgio per sfuggire alla giustizia spagnola. Nel 2017 aveva portato avanti un referendum sull’indipendenza catalana appoggiato dal Parlamento locale ma considerato illegale da Madrid, e aveva unilateralmente dichiarato l’indipendenza della regione. È la terza volta che la Spagna emette un mandato d’arresto a suo carico per ottenerne la consegna.

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Il presidente della Catalogna Torra chiede un secondo referendum sull’indipendenza

Ieri il presidente della Catalogna Quim Torra ha annunciato l’intenzione di indire un secondo referendum sull’indipendenza della Catalogna entro due anni. Parlando al parlamento catalano, Torra ha spiegato che la condanna dei leader separatisti non fermerà la sua amministrazione: “Torneremo alle urne di nuovo sull’autodeterminazione. Se tutti i partiti e i gruppi lavorano per renderlo possibile, chiuderemo questa legislatura con l’indipendenza”.

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