Bonafede: «I grandi evasori sono parassiti. Il carcere è una svolta culturale»
«È una svolta epocale» ripete soddisfatto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede a proposito del decreto che prevede il carcere per i grandi evasori.
«Epocale» è un termine che aveva usato anche per la riforma del processo penale che dovevate approvare insieme alla Lega, e s’è visto com’è andata…
«La differenza è evidente, la Lega ha bloccato la riforma, questo governo invece fa norme coraggiose. Io rivendico che dal punto di vista anche solo culturale la norma che prevede pene da 4 a 8 anni per chi evade cifre superiori ai 100.000 euro rappresenti un grande cambiamento. La soglia minima di quattro anni fa sì che non si acceda automaticamente a misure alternative alla detenzione, anche se poi toccherà sempre ai magistrati valutare i singoli casi e decidere».
Il carcere una svolta culturale?
«Sì, perché questa riforma è uno dei tasselli della lotta all’evasione fiscale, fra i più importanti. I cittadini devono sapere che lo Stato fa pagare il dovuto a tutti, e ciò consentirà a tutti di pagare meno. I grandi evasori sono parassiti che camminano sulla testa dei cittadini onesti, un fenomeno che non può rimanere impunito. Governo e maggioranza compatti hanno dato un segnale chiarissimo e netto».
Ci sono magistrati che i Cinque Stelle hanno sempre guardato con rispetto e simpatia, come Piercamillo Davigo e Sebastiano Ardita, che ritengono la riforma sostanzialmente inutile: rischia di ingolfare i tribunali con migliaia di nuove inchieste e processi, senza risultati concreti.
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