L’allarme di Di Matteo e Ardita: “Dopo la Consulta sull’orgastolo ostativo, la mafia si può riorganizzare”
C’è il rischio di
una “riorganizzazione di Cosa Nostra” e che riesca a raggiungere lo
scopo che si era data con le stragi. “Nessun regalo alla mafia”; “nella
sostanza cambierà pochissimo”. La sentenza della Consulta che apre ai
permessi per gli ergastolani per mafia, oltre alla politica spacca anche
la magistratura.
L’allarme più forte arriva da due consiglieri del
Csm, in un recentissimo passato in prima linea nella lotta ai clan, Nino
Di Matteo e Sebastiano Ardita. “La sentenza della Consulta apre un
varco potenzialmente pericoloso, ponendo fine all’automatismo che
caratterizza l’ergastolo ostativo. Dobbiamo evitare che si concretizzi
uno degli obiettivi principali che la mafia stragista intendeva
raggiungere con gli attentati degli anni ’92-’94″, avverte Di Matteo,
che si augura che “la politica sappia prontamente reagire e approvi le
modifiche normative necessarie ad evitare che le porte del carcere si
aprano indiscriminatamente ai mafiosi e ai terroristi condannati
all’ergastolo”.
Ardita, oggi presidente della Commissione
penale del Csm sull’esecuzione penale e la sorveglianza, vede nella
decisione il rischio di gravi conseguenze, a partire dalla “pressione”
che le organizzazioni mafiose potrebbero esercitare sui magistrati di
sorveglianza. Anche se, spiega, la sentenza “non rappresenta di per sé
il superamento di quel modello”, vale a dire l’assoluta chiusura nella
concessione dei benefici ai mafiosi che non collaborano, ma “rimette al
legislatore il compito di modulare in concreto l’ampiezza di questa
innovazione”. Ecco perché il Parlamento deve “mantenere fermo il sistema
della prevenzione antimafia” e “impedire che quella che dovrebbe essere
una eccezione diventi una regola, che va a beneficio di personaggi
capaci di riorganizzare Cosa nostra e non rivolta a chi sta fuori dalla
organizzazione”.
Pages: 1 2