La strana storia del quartiere ebraico di New York che vive solo grazie ad Amazon

di Alberto Flores D’Arcais

Il Corner Cafe al numero 2 di Ditmas Avenue un paio d’ore prima del tramonto si anima più del solito. È qui, a Borough Park – il quartiere ebraico ultra ortodosso di Brooklyn – che gruppi di uomini con i tradizionali abiti in uso da due secoli (giacche lunghe e pantaloni neri, cappelli larghi, treccine lungo il collo) si ritrovano ogni pomeriggio. A parlare di qualcosa fino a pochi anni fa insolito per la loro comunità: le vendite on line.


Borough Park (per i newyorchesi semplicemente “Boro”) e il suo principale codice postale sono i depositari più o meno nascosti di un piccolo e poco conosciuto segreto di Amazon. Dallo Zip code 11219 hanno origine infatti il 7 per cento di tutte le vendite fatte da fornitori terzi sul portale del colosso del e-commerce e considerato che i fornitori terzi contribuiscono al 57 per cento del totale delle vendite su Amazon è facile capire come il codice postale 11219 sia diventato una sorta di caposaldo nell’azienda multi-miliardaria di Jeff Bezos, oggi l’uomo più ricco del mondo.

Nato in origine come quartiere di immigrazione italiana e irlandese, ai primi del Novecento a Boro inizia un lungo processo di immigrazione ebraica. Dapprima con poche famiglie a maggioranza laica e intellettuale, poi dopo la creazione del Jewish community center (1914), con una immigrazione in prevalenza dall’Europa dell’Est, sempre più massiccia e più ortodossa.

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